giovedì 31 maggio 2018

Perchè le fiabe piacciono ai bambini

 Perché le fiabe piacciono ai bambini? 

PREMESSA 
In questo tema tratteremo delle fiabe poiché sono state una tappa fondamentale della nostra infanzia e di quella dei bambini di oggi. È un tema importante dato che ha una funzione educativa e arricchisce il linguaggio di coloro che le ascoltano. 
Questi diversi argomenti verranno approfonditi più avanti. 

DATI 
La fiaba è un racconto fantastico, di solito in prosa e ad ampio sviluppo narrativo, in cui si possono riconoscere elementi magici. 
Immagine correlataA differenza della favola, che ha quasi sempre per protagonisti animali, la fiaba ha per protagonista l'uomo, nelle cui vicende intervengono personaggi come spiriti benefici o malefici, demoni, streghe, fate; talvolta possono essere esplicitate da una morale finale. 
Inizialmente venivano tramandate oralmente, con il tempo sono state raccolte per iscritto. 
La prima forma letterale avviene in India tra il II e il III secolo d.C., mentre in Europa diventa vero e proprio genere letterario alla fine del 600. 



SVOLGIMENTO 
Le fiabe riescono a coinvolgere i bambini, poiché nella loro prima infanzia cominciano a costruire la loro personalità, identificandosi con alcuni tratti che ritengono belli e desiderabili dei personaggi, collegandoli a una vibrazione profonda, un’ammirazione che riguarda delle qualità che per loro sono del tutto realistiche. 
I personaggi presentano caratteristiche fisiche, psicologiche e morali ben definite 
Questi possono essere divisi in buoni o cattivi, belli o brutti... 
Sono chiari simboli del bene e del male e il numero di essi varia a seconda della vicenda. 
Immagine correlataNonostante queste diversità sono però ricorrenti i ruoli dei personaggi che secondo Propp possono ricondursi a sette ruoli: 
-L'eroe, protagonista; 
-Il falso eroe, che si presenta come eroe senza esserlo
-La principessa e suo padre; 
-L'antagonista, il personaggio che ostacola l'eroe; 
-Il donatore, che offre all'eroe l'aiuto per superare le prove;
-Il mandante, che affida un incarico, talvolta pericoloso, all'eroe;
-L'aiutante, che è d'aiuto all'eroe.

Nelle fiabe di tutto il mondo vengono attribuiti poteri magici a sostanze, oggetti di uso comune e animali. L'eroe non può vincere le proprie imprese senza un mezzo magico. A volte la trama gira intorno alla perdita e al recupero di un oggetto magico, altre volte l'oggetto è solo un supporto per altre imprese.  

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In alcune fiabe l'oggetto è affiancato o sostituito da un aiutante, di solito un essere umano dotato di poteri, ma può trattarsi anche di un morto, un'entità sovrannaturale o un animale parlante. Questa posizione ambigua dell'animale, e lo scopo comune dell'oggetto magico e dell'aiutante, hanno permesso a Propp e altri di teorizzare che i due elementi abbiano origine comune.  
Fantasia e realtà sono i due poli in cui il bambino si muove e costituiscono le fondamenta del suo equilibrio psichico, emotivo e affettivo. 


Il bambino per crescere ha bisogno di un modello da imitare per poi identificarsi, infatti quando il bambino nasce sviluppa pian piano le sue conoscenze ossia in modo spontaneo. 
Più tardi i genitori e gli adulti si intromettono nella sua vita insegnandogli filastrocche, canzoncine, poesie e lezioni, in questo modo il bambino inizia a distinguere tra ciò che nasce dai suoi bisogni biologici e tra quello che è imposto invece dagli altri. 
La fiaba è la metafora della vita, come la favola, il fumetto, alcuni racconti e anche la televisione. 

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Le fiabe educano la mente e quindi aiutano a comprendere gli aspetti fondamentali del vivere quotidiano in quanto contengono problemi che siamo spesso costretti ad affrontare. 
Ed oltre ad educare la mente tramite un linguaggio semplice, arricchisce direttamente anche il vocabolario proprio del bambino. 
Il coinvolgimento viene fornito anche dai colpi di scena, difatti inizialmente l'antagonista ha la meglio sul protagonista, diversamente p avanti quando attraverso elementi magici il protagonista riesce a rovesciare completamente la scena e ad avere, a sua volta, la meglio sull'antagonista. 
Grazie alla presenza del cattivo i bambini incontrano e si scontrano con il duro dato di realtà che fa loro comprendere come nel mondo molte cose riguardano la delusione, la difficoltà, il giudizio degli altri, il dubbio 
Immagine correlataInoltre la sconfitta del cattivo fa comprendere al bambino che tutto ciò che è malvagio non potrà mai avere vita facile, perdendo sempre. 
Le situazioni spiacevoli si concludono sempre con un lieto fine, nascondendone un insegnamento per come affrontare le difficoltà future. 

CONCLUSIONE
Il significato più profondo della fiaba è diverso per ciascuna persona: il bambino quindi trae un significato diverso della fiaba a seconda dei suoi interessi e bisogni.  
Le associazioni che la fiaba evoca nella mente dell’ascoltatore dipendono dalle sue basi ideologiche personali e dalle sue preoccupazioni. 
 Quindi una particolare fiaba può essere più importante in un certo momento e questo può essere determinato solo dal bambino stesso. 

 L’infanzia è inoltre il momento giusto per imparare a superare l’immenso solco tra le esperienze interiori e il mondo reale. 
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venerdì 25 maggio 2018

MALATTIE  D'UFFICIO 

IL LAVORO DI UFFICIO 
E’ opinione comune che il lavoro in un ufficio non presenta nessun pericolo per l’incolumità personale, sia dal punto di vista infortunistico sia da quello della salute. E’ un lavoro pulito, non si sporcano le mani, non è faticoso perché prevalentemente viene svolto seduti ad una scrivania e così via tanti altri pregi. Vorrei, con queste righe, ridimensionare questo luogo comune che fa dei componenti la categoria impiegatizia dei privilegiati assoluti almeno nell’ottica che riguarda esclusivamente la Salute e la Sicurezza nei luoghi di lavoro e più in generale il benessere psico-fisico, senza ovviamente estremizzare i pericoli che questa tipologia di lavoro incontra più o meno quotidianamente. L’impiegato, ovviamente, non trova nel suo ambiente di lavoro gli stessi rischi o pericoli di un lavoratore del comparto edile o del lapideo, non è altresì soggetto ai pericoli del settore cartario o chimico, però anche dietro ad una scrivania si possono nascondere insidie che, se non conosciute, possono essere dannose per la salute. Rischi che solo con il tempo manifesteranno le loro diverse patologie. Oggi, contrariamente a quello che accadeva anche solo di 30 – 40 anni, non esiste ufficio senza un PC, senza una stampante magari laser, una fotocopiatrice e in alcuni casi esistono ancora carte chimiche o auto calcanti. Ecco che con questi pochi elementi è già possibile elencare una serie di pericoli per la salute. Il PC può, se non vengono osservate alcune piccole precauzioni, portare a disturbi visivi, disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico, dovuti magari ad una errata e prolungata postura o all’inadeguatezza della sedia o della scrivania o una inadeguata organizzazione del lavoro. La stampante e la fotocopiatrice con la dispersione, seppur minima, del toner e l’uso di carte speciali, possono, nel tempo, portare ad allergie della pelle o disturbi della respirazione. Tutto questo senza considerare l’ambiente vicino alla scrivania, impianto elettrico, condizionatori d’aria, posizionamento delle finestre e addirittura il tipo di illuminazione artificiale. Se in un ufficio è molto difficile rischiare la vita è però molto più facile, di quello che si pensi, con il tempo avere problemi con la salute. Ogni tipo di lavoro ha i suoi lati negativi, come ogni medaglia ha il suo rovescio. Pensiamo, ad esempio, un impiegato che è addetto ai rapporti con l’utenza, o che svolgendo il suo lavoro è anche costretto anche a rispondere al telefono, magari in una stanza dove altre persone dialogano. Tutti gli elementi descritti sopra si accumulano poi con la responsabilità che, ai vari livelli, il lavoratore sente o ha sulle proprie spalle. In sintesi, il lavoro di ufficio in epoca moderna, con l’introduzione dei sistemi informatici, i prodotti chimici (es. toner), sistemi di stampa meccanizzata (stampanti ad aghi), i vari sistemi di comunicazione (telefono, fax, e-mail) inserisce a pieno titolo il lavoratore, dal punto di vista della tutela della salute e dell’integrità psico-fisica, tra le categoria a rischio. Certo il rischio infortunio, se non in particolari condizioni, è tra i più bassi, considerando come è già stato detto altre categorie di lavoro, però i colletti bianchi, come venivano chiamati un tempo, oggi non vivono più nell’isola felice di un tempo.   

 
LAVORARE ALLA SCRIVANIA 
Chi di noi è il fortunato che non ha problemi di mal di schiena o che non ha mai conosciuto il terribile colpo della strega? Oggi questo tipo di patologia è diffusissima. Talmente diffusa che alcune aziende offrono corsi di ginnastica o di Yoga ai Lavoratori. Non sono quindi solo quei lavoratori che tutti potrebbero pensare a soffrirne ma anche quelli che passano la loro vita lavorativa seduti a una scrivania. Questo numero si rivolge proprio a coloro che lavorano prevalentemente seduti alla scrivania. A questi capita di uscire dal lavoro e sentirsi stanchissimi. Come mai? Eppure son sempre stati “comodamente” seduti alla scrivania…Oggi si sa che soffre di affaticamento precoce il lavoratore che muove, lavorando, solo una gamma di muscoli ma anche di calo del rendimento, difficoltà di concentrazione e maggior rischio di errori. Intanto quando restiamo a lungo in posizioni scomposte, la nostra mente cambia l’esatta immagine che ha della colonna e, dopo un certo tempo, considera normale la posizione sbagliata. Per evitare questo danno dobbiamo alternare la vita sedentaria a quella di movimento. Se siamo costretti a stare seduti per lungo tempo è importante appoggiare totalmente il dorso allo schienale. Per scrivere dobbiamo inclinare il busto in avanti, a livello delle anche, posando bene i gomiti sul piano di lavoro. Se si analizzano le fasce d’età, la MDC (categoria medica maggiore) Da otto anni pubblichiamo e distribuiamo gratuitamente la “Voce della Prevenzione”. Molte persone, a diverso livello, hanno contribuito a farlo crescere e diventare uno strumento utile nell’armadietto dell’RLS. E’ questo un tema che ci è molto caro. Tutti i soggetti che hanno a cuore la sicurezza e l’igiene dei luoghi di lavoro e quindi la salute dei lavoratori e perché no anche quella dei datori di lavoro, da anni tentano di raddrizzare quella deriva facile, al nostro cavilloso sistema giuridico, di scrivere piani, valutazioni e pubblicazioni che nei migliori casi sono sfoggio di saperi ma spesso troppo lontani dall’essere uno strumento utilizzabile dal lavoratore o dal datore di lavoro. Non dobbiamo dimenticare che le statistiche pongono oggi il nostro sistema scolastico come fanalino di coda dell’Europa e che ad oggi sono molti quelli che, anche con un curriculum scolastico brillante, non sanno leggere, scrivere e fare i conti. Pertanto è di fondamentale importanza l’obiettivo di dare strumenti per comprendere ai lavoratori. Al tempo stesso resta valido il dogma che solo i lavoratori e i datori di lavoro hanno la conoscenza profonda completa e necessaria per organizzare il lavoro sicuro. Quindi abbiamo bisogno dei vostri riscontri anche critici, dei vostri contributi e dei vostri suggerimenti. Abbiamo quindi aperto una mail dedicata alle vostre lettere : lavocedellaprevenzione@usl2.toscana.it senza escludere la tradizionale lettera con francobollo. Come disse Gaber: “La libertà è partecipazione”. Aspettiamo i vostri contributi! LAVORARE ALLA SCRIVANIA A cura di Franco Picone USL 2 e Riccardo Giusti Assindustria LA POSTA DELL’RLS A cura di Franco Picone - USL 2 ANCHE L’UFFICIO HA I SUOI RISCHI www.usl12.toscana.it/sup - via Martiri di S. Anna - Pietrasanta (LU) www.usl2.toscana.it/sup - Piazza Aldo Moro, Capannori (LU) dip-prevenz@usl12.toscana.it Il lavoro d’ufficio questo sconosciuto A cura di Luigi Benedetto Lo Faro - UIL E’ opinione comune che il lavoro in un ufficio non presenta nessun pericolo per l’incolumità personale, sia dal punto di vista infortunistico sia da quello della salute. E’ un lavoro pulito, non si sporcano le mani, non è faticoso perché prevalentemente viene svolto seduti ad una scrivania e così via tanti altri pregi. Vorrei, con queste righe, ridimensionare questo luogo comune che fa dei componenti la categoria impiegatizia dei privilegiati assoluti almeno nell’ottica che riguarda esclusivamente la Salute e la Sicurezza nei luoghi di lavoro e più in generale il benessere psico-fisico, senza ovviamente estremizzare i pericoli che questa tipologia di lavoro incontra più o meno quotidianamente. L’impiegato, ovviamente, non trova nel suo ambiente di lavoro gli stessi rischi o pericoli di un lavoratore del comparto edile o del lapideo, non è altresì soggetto ai pericoli del settore cartario o chimico, però anche dietro ad una scrivania si possono nascondere insidie che, se non conosciute, possono essere dannose per la salute. Rischi che solo con il tempo manifesteranno le loro diverse patologie. Oggi, contrariamente a quello che accadeva anche solo di 30 – 40 anni, non esiste ufficio senza un PC, senza una stampante magari laser, una fotocopiatrice e in alcuni casi esistono ancora carte chimiche o auto calcanti. Ecco che con questi pochi elementi è già possibile elencare una serie di pericoli per la salute. Il PC può, se non vengono osservate alcune piccole precauzioni, portare a disturbi visivi, disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico, dovuti magari ad una errata e prolungata postura o all’inadeguatezza della sedia o della scrivania o una inadeguata organizzazione del lavoro. La stampante e la fotocopiatrice con la dispersione, seppur minima, del toner e l’uso di carte speciali, possono, nel tempo, portare ad allergie della pelle o disturbi della respirazione. Tutto questo senza considerare l’ambiente vicino alla scrivania, impianto elettrico, condizionatori d’aria, posizionamento delle finestre e addirittura il tipo di illuminazione artificiale. Se in un ufficio è molto difficile rischiare la vita è però molto più facile, di quello che si pensi, con il tempo avere problemi con la salute. Ogni tipo di lavoro ha i suoi lati negativi, come ogni medaglia ha il suo rovescio. Pensiamo, ad esempio, un impiegato che è addetto ai rapporti con l’utenza, o che svolgendo il suo lavoro è anche costretto anche a rispondere al telefono, magari in una stanza dove altre persone dialogano. Tutti gli elementi descritti sopra si accumulano poi con la responsabilità che, ai vari livelli, il lavoratore sente o ha sulle proprie spalle. In sintesi, il lavoro di ufficio in epoca moderna, con l’introduzione dei sistemi informatici, i prodotti chimici (es. toner), sistemi di stampa meccanizzata (stampanti ad aghi), i vari sistemi di comunicazione (telefono, fax, e-mail) inserisce a pieno titolo il lavoratore, dal punto di vista della tutela della salute e dell’integrità psico-fisica, tra le categoria a rischio. Certo il rischio infortunio, se non in particolari condizioni, è tra i più bassi, considerando come è già stato detto altre categorie di lavoro, però i colletti bianchi, come venivano chiamati un tempo, oggi non vivono più nell’isola felice di un tempo.  
che rappresenta le “malattie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo”, definisce il 14% dei ricoveri tra i 15 e 44 anni, il 13,5% di quelli tra i 45 e i 64 anni ed il 10,2 di quelli oltre 65 anni. Ci sono dei test che si possono fare per avere una prima idea di valutazione del carico posturale nel lavoro sedentario.  
 
ESPOSIZIONI AD AGENTI CHIMICI 
Il rischio chimico in ambienti di lavoro dove vengono svolte attività amministrative presenta caratteristiche del tutto particolari difficilmente paragonabili ad altri ambienti dove la manipolazione diretta di agenti chimici pericolosi per la salute caratterizza direttamente il processo produttivo. Di conseguenza anche le caratteristiche dei luoghi di lavoro sono diverse in base a questa fondamentale, quanto ovvia, differenza. Troppo spesso però si è indotti a pensare che solo lavorazioni in cui è previsto utilizzo di sostanze chimiche (pericolose) nascondano insidie. Qualche volta questo ha indotto a trascurare alcuni requisiti di luoghi di lavoro “apparentemente” liberi da agenti chimici. A tal riguardo è significativo un caso trattato dal Servizio di Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro (UF PISLL) della az. USL12 avente come criticità proprio alcuni “odori” avvertiti all’interno dei locali di un ufficio amministrativo. Fin dall’apertura dell’attività i lavoratori lamentavano, una volta all’interno dei locali, disagi e disturbi imputandone la causa alla presenza di “odori” non meglio identificati. Il perdurare nel tempo di questi disagi, nonostante interventi tesi a garantire una maggiore ventilazione dei locali, ha reso necessaria un’indagine da parte del servizio PISLL. I numerosi dipendenti sono stati quindi sottoposti ad accertamenti clinico - strumentali accertando la presenza di sintomatologia irritativa oculare e delle prime vie respiratorie in almeno il 50% dei casi. Quindi sono stati eseguiti campionamenti di “centro ambiente” privilegiando locali e orari in cui era maggiore il disagio avvertito dai lavoratori. La strategia di campionamento è stata progettata con l’obiettivo di migliorare la sensibilità analitica in un ambiente indoor in cui verosimilmente non sarebbero state rilevate “quantità industriali” di agenti chimici. L’indagine è stata integrata con prelievo e analisi di quei materiali che intuitivamente potevano costituire la fonte degli odori. I risultati hanno indicato la presenza nell’ambiente di lavoro di una fonte di emissione che incrementava i livelli di inquinamento di base da agenti chimici (in particolare delle aldeidi). Tra l’altro molte delle sostanze rilevate in aria caratterizzavano la composizione del materiale di incollaggio utilizzato nel pavimento degli uffici, facendo ipotizzare la presenza di un nesso causale tra pavimento e le sostanze chimiche aerodisperse rilevate durante il campionamento. Tali dati, rafforzati dagli accertamenti clinico-strumentali citati, erano suggestivi di una possibile esposizione ad agenti irritanti ambientali presenti all’interno dei luoghi di lavoro. Affinché venissero rispettate le norme del D.Lgs 81/08 e s.m.i. sono stati necessari interventi strutturali importanti e onerosi per il datore di lavoro. Questo caso analizzato in un’ottica strettamente economica, soprassedendo volutamente ad altre implicazioni (etiche, salute…), dimostra ancora una volta come le misure preventive e protettive - che coincidono molto spesso con misure di buon senso - in relazione alla progettazione dei luoghi di lavoro, costituiscono un vero e proprio investimento per le aziende; troppo spesso sono invece percepite come un costo fine a se stesso. Un buon sistema di Prevenzione Aziendale può e deve essere migliorato anche attraverso un cambio di mentalità che renda indissolubili i termini “prevenzione”, “investimento” e “ritorno economico”: per altre vie sarà difficile raggiungere obiettivi e finalità espressi nel Testo Unico. 
RISCHI DI INFORTUNIO E MALATTIE PROFESSIONALI IN AUMENTO. 
Una concezione sempre più avanzata nella elaborazione del concetto di salute e sicurezza sul lavoro ha portato l’attenzione sulle patologie e sulle situazioni di malessere che colpiscono anche coloro che lavorano negli uffici. Nell’attività di ufficio sono infatti riconoscibili fattori nocivi per i lavoratori e comportamenti inadeguati che li pongono in situazione di rischio. Una cattiva informazione contribuisce inoltre a consolidare convinzioni e comportamenti che sottovalutano pericoli realmente esistenti. Tra gli addetti alla sicurezza e tra gli stessi lavoratori non viene data la corretta rilevanza alla sicurezza lavoro-ufficio: ci troviamo invece ad avere un numero di infortuni e soprattutto malattie professionali non trascurabile. Tra i rischi più rilevanti per la sicurezza sul lavoro ufficio ci sono quelli legati all’uso dei videoterminali che comportano tra gli altri affaticamento fisico, rischio elettrico e rischio rumore. Gli altri rischi da valutare nella sicurezza lavoro ufficio sono quelli legati alle condizioni microclimatiche, all’illuminazione, all’ordine/pulizia dei materiali delle macchine/attrezzature presenti nel luogo di lavoro e alla gestione dell’emergenza. Per esempio il microclima, insieme dei parametri fisici climatici (temperatura, umidità relativa, velocità dell’aria) di un ambiente, dipende più dalle caratteristiche costruttive che alla potenza termica dispersa dalle apparecchiature presenti (es. videoterminali); un microclima non adeguato è spesso indicato dai lavoratori presenti in un ufficio come principale fonte di disagio. Inoltre una considerazione specifica va fatta per le figure impiegate che, per attività sempre legate alla propria mansione, lasciano l’ufficio per entrare negli ambienti di produzione: queste figure nonostante l’utilizzo dei dispositivi individuali di protezione (DPI), non avendo ricevuto formazione specifica, tendono a sottovalutare i rischi ai quali si espongono. Da una indagine condotta presso i patronati INAS, INCA, ITAL di Lucca risulta che gli infortuni che colpiscono i lavoratori che operano negli uffici non costituiscono una parte rilevante dell’attività dei patronati, se si escludono gli incidenti in itinere. Si attesta infatti al 6% la quantità di impiegati pubblici e privati che si avvale dei patronati per infortunio rispetto alla totalità degli assistiti. Gli infortuni più spesso denunciati sono legati alle cadute accidentali mentre più frequente è la denuncia di malattia professionale. L’ambiente ufficio si configura quindi come più protetto per il lavoratore rispetto all’infortunio ma non altrettanto verso lo sviluppo di deficienze che nel tempo diventano croniche trasformandosi in vere a proprie patologie. Si rilevano infatti malattie professionali causate da postura scorretta o dalla ripetitività dei movimenti, diminuzione della capacità visiva, in particolare negli addetti ai videoterminali, allergie derivate dalle polveri dei toner in mancanza di una efficace areazione dei locali. Quanto rilevato anche nella nostra provincia presso i patronati deve far riflettere in più direzioni: • i lavoratori non percepiscono il livello di rischio del lavoro che svolgono e sottovalutino il disagio a cui quotidianamente sono sottoposti evitando quindi di ricorrere alle tutele a cui avrebbero diritto; • i datori di lavoro e le figure aziendali preposte alla sicurezza, nonostante un livello di consapevolezza maggiore, concentrano la loro azione preventiva sul solo fronte degli infortuni trascurando gli effetti dell’ambiente di lavoro nel lungo periodo. Da qui la necessità di operare attraverso l’informazione e la formazione per attivare comportamenti adeguati e preventivi degli infortuni e delle malattie professionali, per promuovere una crescita nella cultura della sicurezza e del benessere organizzativo nel lavoro.