PREMESSA:
Dal 29 Ottobre al 9 Novembre ho svolto il periodo di alternanza scuola-lavoro presso l’associazione Casa della Memoria, che mi ha consentito di venire a conoscenza del contesto storico e politico in cui avvenne la strage di Piazza della Loggia.
DATI:
L'associazione "Casa della Memoria” si è costituita nel dicembre del 2000 e ha la principale finalità di ricordare la strage di Piazza della Loggia avvenuta nel 1974, per la quale è ancora in corso il quinto procedimento penale.
28 maggio 1974: in Piazza della Loggia, durante un comizio antifascista, esplode un chilogrammo di tritolo, nascosto in un cestino della spazzatura, causando la morte di 8 persone e il ferimento di altre 94.
La strage di piazza della Loggia è un altro episodio della strategia della tensione, una lunga scia di attentati, da Piazza Fontana, alla Bomba alla Questura di Milano, al treno Italicus, che insanguinano l’Italia dal 1969 al 1984.
La strage di piazza della Loggia è un altro episodio della strategia della tensione, una lunga scia di attentati, da Piazza Fontana, alla Bomba alla Questura di Milano, al treno Italicus, che insanguinano l’Italia dal 1969 al 1984.
SVOLGIMENTO:
La Casa della Memoria, nonostante sia nata da un grave avvenimento luttuoso, è motore di molteplici iniziative e attività, orientate all'apertura verso l'esterno, alla collaborazione con la società civile, allo sviluppo del processo democratico e alla diffusione di una memoria condivisa.
L’associazione non ha scopo di lucro e si occupa, in collaborazione con altre istituzioni, enti e singoli, non solo di svolgere un approfondimento e una ricerca storica circa gli avvenimenti inerenti la strage, ma anche di diffondere una cultura partecipata e più responsabile organizzando incontri, conferenze e dibattiti per le scuole e la cittadinanza.
Inoltre, l’associazione nasce con i seguenti scopi:
a) incrementa, in collaborazione con altre istituzioni, enti e singoli, la biblioteca e l'archivio di materiale documentario (documenti scritti, testimonianze orali e registrate, audiovisivi, bibliografie, volumi, ecc.) curandone la schedatura;
b) promuove e cura la pubblicazione dei materiali d'archivio, di studi e ricerche;
c) istituisce premi di studio e borse di ricerca a favore di studiosi nelle discipline umanistiche e scientifiche;
d) organizza mostre, convegni di studi e seminari su argomenti di carattere storico, di scienze sociali, politiche ed economiche;
e) svolge ogni attività culturale rientrante nelle finalità dell'istituzione, ivi comprese lezioni, tavole rotonde, conferenze/dibattito ecc.;
f) garantisce l'apertura alla cittadinanza ed agli studiosi della propria biblioteca e la consultazione del materiale d'archivio sulla base delle modalità determinate dal Consiglio Direttivo dell'associazione;
g) favorisce il rapporto con le istituzioni scientifiche e culturali, con l'università e con le scuole di ogni grado al fine di definire specifiche iniziative didattiche e divulgative;
h) organizza direttamente e/o in collaborazione con altri enti e organismi, le iniziative annuali per l'anniversario della strage di Piazza Loggia;
Gli obbiettivi dell’associazione sono riassumibili nello slogan "verità e giustizia per non dimenticare". Che è lo slogan attorno al quale nei primi anni '80 i familiari delle vittime si sono riuniti con altre associazioni analoghe (Bologna, treno Italicus, Piazza Fontana ecc.) costituendo la "Unione familiari vittime per stragi". Il quinquennio 1969/1974 è totalmente impunito per ciò che attiene i mandanti, con pochissime eccezioni per gli autori come ad esempio la strage di Peteano del 1972, e solo perché c'è un reo confesso, il neofascista Vincenzo Vinciguerra che confessò solo perché, a suo dire, voleva svelare le connivenze di alcune forze di destra con apparati dello Stato e voleva denunciare questa strumentalizzazione di cui si sentiva vittima.
L'altra strage di quel quinquennio non totalmente impunita è quella della questura di Milano (1973) perché l'autore (Gianfranco Bertoli) fu colto in flagrante. Anche in questo caso non sappiamo chi sono i mandanti ed eventuali altri complici. Bertoli (personaggio ambiguo: sedicente anarchico, che si scoprì in seguito legato agli ambienti dell'estrema destra vicini ai servizi segreti) si è cercato di trasformarlo nel "deus ex machina" di quel fatto, mentre probabilmente anche lui era solo uno strumento in mani altrui...
Nel periodo successivo le cose andranno diversamente: per la stazione di Bologna(1) dove non solo si è riusciti a condannare alcuni degli attentatori (Mambro e Fioravanti), ma anche uomini di apparati dello Stato, come i generali dei servizi segreti Belmonte e Musumeci, condannati per aver ostacolato le indagini. Come pure la condanna di Pazienza e di Licio Gelli (P2) evidenzia l'azione di gruppi di potere occulti che influenzarono l'attività dello Stato.
Questa impunità totale del periodo 69/74 è un elemento su cui riflettere. La domanda sul "perché" dell'impunità di queste stragi non ha una facile risposta, soprattutto se vogliamo andare oltre il puro dato del depistaggio. E' una risposta che dobbiamo cercare nel "perchè" di quelle stragi. In tal senso fondamentale è cogliere il contesto storico e politico in cui avvengono e che è molto diverso sia da quello degli anni immediatamente seguenti alle stragi, sia da quello attuale. In primo luogo, i cambiamenti nello scenario internazionale: prima la caduta di Nixon nel 1974, e la contemporanea fine del regime dei colonnelli in Grecia e di quello portoghese; poi la caduta del muro di Berlino nel 1989.
Cambiamenti che avrebbero potuto facilitare la ricerca della verità, invece ne siamo ancora molto distanti. Recentemente sono stati desegretati dagli americani dei documenti che gettano nuova luce su quegli anni e che confermano che quelle stragi facevano parte di quel contesto di contrapposizione a livello mondiale che divise l'Europa in due blocchi; l'Italia era un Paese caratterizzato da una forte presenza del PCI ma apparteneva al blocco occidentale, e ciò era sufficiente a giustificare qualsiasi azione tesa ad ostacolare l'andata al governo del Partito Comunista e della sinistra nel suo insieme.
Il 1974 è un anno di grande svolta: proprio dopo Piazza della Loggia la strategia anticomunista entra in crisi. Il ministro degli Interni Taviani metterà fuori legge organizzazioni neofasciste come Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo e lo stesso ministro, subito dopo la strage di Piazza Loggia, definirà la politica degli opposti estremismi come "nefasta per la democrazia italiana". Sono atteggiamenti che dovevano segnare l'avvio di una nuova fase "antifascista" caratterizzata dalla proposta del compromesso storico lanciata da Berlinguer all'indomani del golpe cileno. Una proposta che rimescolava le carte (anche per effetto della sconfitta al referendum sul divorzio) dentro la stessa DC, dando più vigore alle forze più popolari presenti al suo interno.
Una iniziativa che, che nelle intenzioni dei proponenti, poteva aprire una stagione che superava quelle contrapposizioni e quella "sovranità limitata" a cui l'Italia era costretta e che poteva restituire pienamente le scelte al voto dei cittadini. Insomma, si dovevano creare le condizioni di quella che Moro definiva "democrazia dell'alternanza"; un periodo breve che finì, nel 1978, con l'uccisione dello stesso Moro.
Numerose sono le pubblicazioni curate dall’associazione e il ricco archivio (realizzato e ampliato in tutti questi anni, che comprende anche la scansione di tutti gli atti processuali) è fonte e strumento per l’approfondimento storico di molti studiosi e di chiunque voglia avvicinarsi a questi argomenti.
La Casa della Memoria di Brescia è un membro della “Rete degli archivi per non dimenticare”. Tale Rete è nata per rendere più fruibili e potenzialmente accessibili a tutti i vari archivi privati e i centri di documentazione presenti sul territorio italiano che posseggono un patrimonio ampio e variegato di documenti.
CONCLUSIONE:
Nell’operare della Casa della Memoria appare evidente il desiderio e la necessità di coinvolgere e di sensibilizzare la società e di far conoscere, in particolare ai ragazzi, l'importanza di una riflessione sulla storia e gli avvenimenti passati, affinché diventino strumento per affrontare il tempo presente.