venerdì 11 gennaio 2019





L’interculturalità a scuola



“Nel mondo non ci sono mai state due opinioni uguali. Non più di quanto ci siano mai stati due capelli o due grani identici: la qualità più universale è la diversità” 
Michel de Montaigne





Premessa:
Durante il periodo di Alternanza Scuola Lavoro presso la scuola primaria Don Milani ho avuto l’opportunità di constatare la presenza crescente nelle aule scolastiche di bambini e ragazzi che hanno una storia, diretta o famigliare, di migrazione, dato ormai strutturale del nostro sistema scolastico.
Gli alunni con cittadinanza non italiana sono più di 800.000, oltre il 9% sul totale della popolazione scolastica. La maggioranza di questi studenti è nata e cresciuta in Italia. Sono figli di immigrati, di seconda e terza generazione: sono “nuove generazioni italiane”, come essi stessi hanno deciso di definirsi.



Dati:
L’interculturalità è l’instaurazione e il mantenimento di rapporti culturali, quali forme di dialogo, di confronto e di reciproco scambio di conoscenze tra paesi o istituzioni o movimenti diversi.


L’origine dell’educazione interculturale è da collegarsi allo sviluppo dei fenomeni migratori e, tuttavia, oggi tale tecnica ha abbandonato il terreno dell’educazione speciale rivolta a un gruppo sociale specifico, diventando un approccio pedagogico innovatore per la rifondazione del curricolo in generale.




Svolgimento:
La scuola italiana è stata ed è profondamente coinvolta dal processo storico che negli ultimi anni ha portato decine di migliaia di immigrati da tutti i paesi del mondo a trasferirsi in Italia, in cerca di un lavoro e di una vita migliore: immigrati appena arrivati che chiedono di imparare la lingua e di conoscere i modi di vita e la cultura italiana, figli di immigrati che si inseriscono nel sistema scolastico, una seconda generazione di adolescenti stranieri, ma vissuti e talvolta nati in Italia, in bilico tra la cultura dei padri e quella del paese in cui vivono.
La presenza di stranieri nelle scuole non è solo un fenomeno delle grandi città, ma coinvolge anche i piccoli centri, in particolare nelle zone in crescita economica, in cui i lavoratori immigrati hanno più occasione di trovare un'occupazione e un alloggio. 
Così sempre più insegnanti si trovano a dover affrontare il problema di avere in classe alunni stranieri, talvolta di nazionalità, culture e lingue molto diverse.
La prospettiva per gli anni futuri è che il fenomeno sarà sempre più in crescita.
Le istituzioni scolastiche hanno mostrato di essere sensibili a questa problematica e molte sono le circolari ministeriali (come per esempio la n. 205 del 1990 e la n. 73 del 1994) che propongono la scuola come mediatrice di culture diverse e stabiliscono il diritto-dovere dei bambini immigrati, anche in situazione di illegalità, di frequentare la scuola e prevede specifici dispositivi di accoglienza.
Le più recenti prese di posizione  propongono inoltre l’educazione alla pace, allo sviluppo, alla convivenza civile e alla legalità, quali valori fondanti dell'intera proposta formativa della scuola italiana.
La scuola è un luogo ideale di sperimentazione di approcci innovativi e la sede principale per promuovere una migliore convivenza tra le persone. Il progetto Risorse per l’Intercultura a Scuola ha l’obiettivo di favorire l’integrazione degli alunni non italofoni presenti nelle istituzioni scolastiche del territorio. Il progetto vuole supportare il mondo scolastico nel gestire la realtà multietnica della popolazione scolastica, affinché si trovino le modalità operative appropriate per offrire anche ai nuovi arrivati un adeguato diritto allo studio e pari opportunità di successo formativo per tutti gli studenti.


L’interculturalità come opportunità:


l’intercultura aiuta le scuole ad allargare la propria offerta formativa, offre la possibilità di globalizzare i processi educativi confrontandosi con altri sistemi educativi.
L'educazione interculturale promuove il dialogo e la convivenza costruttiva tra soggetti appartenenti a culture diverse. In tal modo si comprende che i valori propri della vita non sono tutti insiti nella nostra cultura, ma non sono neppure tutti appartenenti alle altre culture: non risiedono tutti nel passato, ma neppure tutti nel presente o nel futuro.
Allo stesso tempo si rinviene nel valore universale della persona il fondamento di una comune cultura e si riconosce nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo l'espressione di valori di generale consenso. D’altra parte il riconoscimento delle differenze si colloca in un quadro di ricerca delle somiglianze. L'educazione interculturale si impernia, appunto, sui motivi dell'unità, della diversità e della loro conciliazione dialettica e costruttiva nella società multiculturale.
I processi di globalizzazione in atto e la configurazione in senso multiculturale delle odierne società interrogano profondamente i sistemi educativi e formativi che devono oggi mirare alla formazione dei cittadini del mondo. La formazione interculturale degli insegnanti occupa, in tale prospettiva, un posto di tutto rilievo: è solo a partire da una corretta impostazione del lavoro educativo nella scuola che si può sperare di diffondere una sempre più necessaria “cultura della convivenza”. Non si tratta di un obiettivo facile: insegnanti ed educatori per primi sono chiamati a mettere in discussione i propri paradigmi di riferimento con l’obiettivo di attenuare il tasso di etnocentrismo presente nel nostro sistema educativo.
L’educazione interculturale non è una nuova disciplina che si aggiunge alle altre, ma un punto di vista, un’ottica diversa con cui guardare ai saperi e alle discipline attualmente insegnati.
L' obiettivo primario dell’educazione interculturale si delinea come promozione delle capacità di convivenza costruttiva in un tessuto culturale e sociale multiforme: comporta non solo l’accettazione e il rispetto del diverso, ma anche il riconoscimento della sua identità culturale, nella quotidiana ricerca di dialogo, di comprensione e di collaborazione, in una prospettiva di reciproco arricchimento.



Conclusione:
Considero fruttuosa l'esperienza di Alternanza Scuola Lavoro in ambiente scolastico, in quanto  permette di venire a contatto con realtà culturali diverse e con metodologie differenti nel far fronte all' "ostacolo" culturale, talvolta comunicativo dell'interculturalità.
Mi hanno fin da subito reso partecipe dei vari momenti della giornata.
A questa propensione ho "risposto" cercando di offrire sempre il mio aiuto, con lo scopo di acquisire direttamente le modalità con le quali risolvere i problemi e di intuire le reazioni dei bambini alle varie attività proposte.
Ho avuto l'opportunità di svolgere, in prima persona, il ruolo dell'insegnante attraverso la realizzazione di una lezione.
E' stato interessante osservare in quale misura i bambini si sono approcciati fin da subito alla mia figura, nonostante non mi conoscessero, e come mi abbiano quindi accettato e acquisito quale figura di riferimento.

Ho compreso pertanto che fare educazione interculturale significa lavorare per individuare, progettare e sperimentare le strategie educative e didattiche più idonee per favorire un positivo inserimento degli allievi stranieri nella scuola.
Quindi i servizi socio-educativi e formativi non possono essere lasciati soli nell'avviamento di questo difficile compito.