STRANIERI NELLE SCUOLE ITALIANE
PREMESSA:
Durante
la mia alternanza scuola-lavoro, dal 21 gennaio 2019 al 02 febbraio
2019, sono stata una stagista nella scuola media di primo grado
Romanino. Si trova in via Giosuè Carducci 88, ed è una sezione associata
all’istituto Comprensivo statale Colombo ovest 1 Brescia.
In
questa scuola c’è una forte presenza straniera. Per esempio nella mia
classe, su 20 persone una era italiana. Alcuni ragazzi facevano
alfabetizzazione cioè un progetto
che segue l’inserimento, l’integrazione, inclusione e l’apprendimento
della lingua italiana degli alunni di recente immigrazione.
DATI:
A
partire dagli anni ottanta, quando gli studenti con cittadinanza non
italiana erano poche migliaia (0,06% del totale nell’anno 1983-1984)
abbiamo avuto una costante crescita, sia in termini di valore assoluto
che percentuale.
Ancora vent’anni fa, nell’anno scolastico 1996/1997 erano 59 mila, lo 0,7% della popolazione scolastica; oggi gli studenti stranieri in Italia sono 826 mila, il 9,4% del totale.
Ancora vent’anni fa, nell’anno scolastico 1996/1997 erano 59 mila, lo 0,7% della popolazione scolastica; oggi gli studenti stranieri in Italia sono 826 mila, il 9,4% del totale.
La
maggioranza degli alunni stranieri – il 61% – è nata in Italia. Si
tratta dei cosiddetti immigrati di seconda generazione, bambini e
ragazzi che in molti casi parlano l’italiano come prima lingua, tifano
per il Milan e passano i loro pomeriggi all’oratorio. Figli di genitori
nati all’estero, molti di loro sono italiani in tutto e per tutto,
tranne che per i documenti.
Questo
gruppo è cresciuto dalle 371 mila unità dell’anno scolastico 2012/2013
alle 503 mila del 2016/2017 (+35,4%), e rappresenta il 5,8% della popolazione scolastica italiana. Se la tanto dibattuta riforma della cittadinanza che avrebbe introdotto i principi dello ius culturae e dello ius
soli temperato fosse stata approvata, oggi staremmo parlando di ben
altri numeri e l’incidenza degli alunni stranieri sarebbe intorno al
4-5%.
Tra
l’anno scolastico 2015/2016 e il 2016/2017 sia gli studenti italiani
che quelli nati all’estero sono diminuiti. Gli unici ad aumentare sono
stati quelli nati in Italia da genitori stranieri. “Questi ultimi” si
legge nel rapporto del MIUR “rappresentano per la scuola italiana
l’unica componente attiva che permette di contenere il calo della
popolazione scolastica complessiva”.
SVOLGIMENTO:
In
queste due settimane ho avuto la possibilità di conoscere la classe a
cui ero stata assegnata. È favolosa per quanto riguarda la
personalità dei ragazzi. Dal punto di vista del rendimento scolastico,
invece, sono rimasta scossa nel vedere quante insufficienze prendevano
questi ultimi. Le persone che studiavano con serietà si potevano
contare sulle dita di una mano.
Le
verifiche erano divise in base alle capacità dei ragazzi. Per quelli
che non avevano una buona padronanza della lingua italiana i test erano
semplificati. Altre verifiche invece erano in inglese per coloro che lo
comprendevano meglio rispetto all’italiano.
Almeno una o due ore al giorno, la classe si "svuotava" perchè parecchi ragazzi uscivano per frequentare un corso. Il progetto stranieri svolge nel corso dell’anno attività di alfabetizzazione per i ragazzi delle diverse etnie, puntando l’attenzione soprattutto sugli esercizi di grammatica, comprensione e progettazione del testo.
Le attività si svolgono sul duplice versante del
sostegno agli alunni stranieri e dell’educazione interculturale rivolta
aglialunni autoctoni. Nel corso dell’anno viene attivato un intervento
di prima alfabetizzazione rivolto agli studenti neoarrivati, per i quali
i Consigli di classe coinvolti hanno predisposto Piani educativi
personalizzati, finalizzati alla creazionedi azioni educativamente e
didatticamente mirate e condivise.
Il mio compito, principalmente, era quello di girare tra i banchi e spiegare nel momento in cui sorgevano
dei dubbi su qualsiasi disciplina. Fornire un metodo di
studio per affrontare al meglio le superiori.
Nelle ore di italiano, il
docente mi ha affidato il compito di stare dietro a una ragazza, che
riesce a parlare e a comprendere la nostra lingua, ma ha molte
difficoltà nella comprensione dei testi o nella semplice lettura. Per
aiutarla le ho portato dei testi semplificati con delle domande a
crocetta per vedere se, dopo tutte le spiegazioni che le ho fornito, è
riuscita a cogliere il senso generale della breve storia.
CONCLUSIONE:
In conclusione ritengo che gli alunni in difficoltà vanno aiutati ad integrarsi e a relazionarsi con i compagni senza sentirsi “diversi”.