ALTERNANZA SCUOLA LAVORO: LA DIDATTICA LABORATORIALE
PREMESSA
Quest’anno ho partecipato a un’esperienza formativa che unisce sapere e saper fare. L’alternanza scuola lavoro per noi delle classi terze è iniziata il 21 gennaio e si è conclusa l’1 gennaio.
Sono andata presso la scuola primaria Francesco Crispi, la mia scelta fu motivata dal fatto che fossero le stesse elementari che frequentai da piccola.
Ero molto curiosa di sapere se le cose fossero cambiate e come, anche se in realtà il cambiamento maggiore è stato nei bambini e non nella scuola in sé. Infatti i giochi non sono più gli stessi di anni fa, i bambini sono molto più tecnologici, a volte passando addirittura la ricreazione giocando al computer.
DATI
Il primo giorno mi hanno affidato a una quarta, nonostante il mio iniziale dispiacere, volendo andare in una prima, mi sono trovata davvero bene. I bambini erano coinvolgenti e lo stesso le maestre.
I bambini erano davvero avanti nel loro percorso di studi rispetto alle altre classi.
SVOLGIMENTO
Il primo giorno non è stato uno dei più produttivi, le maestre non sapevano cosa farmi fare e all’apparenza i bambini non avevano bisogno di nessun aiuto esterno. Nei giorni successivi invece, conquistando anche la fiducia dei bambini, mi chiedevano spesso aiuto senza esitazione.
Una delle materie più difficili è stata matematica. Alcuni bambini non riuscivano ad eseguire normalmente le divisioni, questo perché non sapendo bene le moltiplicazioni non potevano ovviamente eseguirle. Inoltre avevano diverse difficoltà in italiano, soprattutto nello scritto, essendo la classe composta quasi esclusivamente da stranieri. Infatti c’era un dislivello abbastanza notevole tra i vari scritti, di chi era in Italia da più tempo e chi no. Nonostante questo vidi poco a poco dei progressi, il primo passo è stato quello di inserire un solo tempo verbale, o tutto presente o tutto passato.
Mi è davvero piaciuto aiutare i bambini, anche perché ogni giorno ottenevo la loro amicizia e fiducia. Interagire con loro non è stato assolutamente difficile. Anche tra di loro erano abbastanza integrati, giocavano volentieri gli uni e con gli altri senza escludere nessuno.
Il percorso di studi è stato spesso affiancato da vari progetti didattici. Ad esempio in storia, i bambini hanno cercato di riprodurre il papiro tramite un foglio e delle garze, poi con un po' di caffè diluito hanno cercato di farlo sembrare reale. Inoltre una volta asciutto hanno disegnato gli dei egizi che preferivano, scrivendo il loro nome con l’alfabeto egizio.
È stato un laboratorio davvero interessante ed ha aiutato molto i bambini a ricordare le caratteristiche principali di questa antica popolazione.
I laboratori didattici sono l'ideale per i bambini delle elementari perché in maniera ludica, possono apprendere molto velocemente. Sia in classe che all'aperto, le attività didattiche sono un valido strumento da utilizzare infatti non c'è modo migliore di conoscere qualcosa se non toccandolo con mano.
Questo aiuterà i bambini nell'imparare a prendersi cura di un altro essere vivente, seppur una pianta, e stimolerà in loro la consapevolezza e l'importanza di prendersi cura della natura.
La didattica laboratoriale è assolutamente fondamentale nel bambino perché questo acquisisce il sapere attraverso il fare, aspetto molto importante in quest’epoca dove purtroppo i bambini sono soliti a utilizzare strumenti tecnologici piuttosto che svolgere attività pratiche.
Questo metodo d’insegnamento si basa sulla:
1 Motivazione
4 Metodo della ricerca
5 Socializzazione
6 Solidarietà
7 Curiosità
Queste caratteristiche implicano una metodologia laboratoriale e collaborativa che utilizzi le conoscenze e le abilità che permettono di comprendere il mondo che ci circonda.
CONCLUSIONE
Questa esperienza mi è stata utile a capire la fondamentale importanza non solo della didattica tradizionale ma anche di quella laboratoriale. Di come sia importante mettersi in pratica non solo stare attenti alla nuova lezione del professore. Quella dell’alternanza è stata un’esperienza che mi ha messo in contatto con una realtà diversa da quella che vivo ogni giorno e a capire un po' meglio il mondo dei bambini. Nonostante la piacevole esperienza, ho capito che questo mestiere non è la mia professione nonostante mi trovassi bene con i bambini.