IL
CAMPIONAMENTO
La
metodologia è un processo attraverso il quale la scienza cerca di spiegare in
modo rigoroso e preciso dei fenomeni, facendo riferimento ad un gran numero di
casi e, analizzando i dati raccolti attraverso indagini.
Le indagini
vengono impiegate soprattutto per studiare la società e il suo cambiamento nel
tempo, progredendo così, nello studio delle scienze umane. La maggior parte
delle indagini non sono compiute sull’intera popolazione (o universo) ossia
sull’insieme degli individui o realtà sociali oggetto di studio in una ricerca, ma vengono rappresentate
attraverso il campione.
La
popolazione quindi, discende dalle scelte, operate in sede di disegno,
dell’unità di analisi e del campo di analisi. L’attività di campionamento
risulta utile poiché analizzare l’intera popolazione presenta in genere seri
inconvenienti. A volte non è realizzabile per motivi pratici, in altri casi,
pur essendo fattibile costerebbe troppo o richiederebbe una procedura talmente
laboriosa e lunga da far scadere la ricerca sul piano della quantità e
dell’affidabilità dei risultati. Infatti,operare sull’intera popolazione,
aumenta il rischio che un inchiesta risulti metodologicamente viziata:
utilizzare un gran numero di intervistatori, sebbene riduca i tempi di lavorazione,
aumenta i rischi di errore dovuti a impreparazione, negligenza, frode o
semplicemente a caso. Inoltre se una moltitudine di addetti al lavoro viene
esclusa dal conteggio, i controlli saranno meno accurati.
Un altro
svantaggio evidente è legato all’incredulità generata dal confronto tra i
numeri dei campioni con quelli della popolazione. Questo problema è solo
apparente poiché non è decisiva la grandezza del campione rispetto alla
popolazione, ma la correttezza delle tecniche di campionamento.
Il campionamento
risulta molto utile per svolgere inchieste, indagini in cui mediante un
questionario o interviste, si interpella un certo numero di persone al fine di
studiare fatti oggettivi della vita della popolazione, oppure la sua dimensione
mentale e simbolica. Quando l’inchiesta mira a conoscere i pareri della gente
si parla di sondaggio d’opinione. Ci sono inchieste in sui si rivolge
all’intera popolazione: si chiamano censimento. Essi sono stati utilizzati fin
dall’antichità, per motivi prevalentemente fiscali e militari. Nel XVIII e XIX
secolo in censimento viene inteso con lo scopo conoscitivo, per creare
una piattaforma di conoscenze utile per una varietà di usi, anche in vista
della ricerca scientifica.
Nelle
inchieste invece, il campionamento risulta necessario poiché esse forniscono un
ritratto della popolazione riferitosi ad un momento storico ben determinato,
circoscrivibile in un lasso di tempo breve.
In esse è
indispensabile non far passare troppo tempo tra le prime interviste e le prime
somministrazioni di questionario e le ultime. Se intercorre troppo tempo, le
differenze nelle risposte che i soggetti interpellati danno possono essere
dovute non a diversità o a divergenze esistenti fra loro, ma a cambiamenti
nella vita della popolazione intervenuti nel frattempo.
Gli studi
basati sulle inchieste si possono dividere in trasversali, che mirano ad
analizzare un campione in un dato momento, ovvero attraverso una sola inchiesta
e longitudinali, che hanno come scopo l’osservazione del cambiamento nel tempo.
Nelle
inchieste è quindi fondamentale la fase di campionamento che segue un piano a
più tappe. E’ necessario seguire un procedimento caratteristico, detto piano di
campionamento, per costruire il campione rappresentativo.
Innanzitutto
si predispone una lista di campionamento, ovvero l’elenco degli individui che formano la
popolazione. Abitualmente ci si avvale di elenchi già presenti come ad esempio
un sondaggio elettorale, un elenco telefonico, gli abitanti di una città,
l’anagrafe e l’inscrizione ad associazioni. Gli elenchi già esistenti sono
compilati per scopi diversi dal campionamento e questo li rende insidiosi.
Spesso essi vengono eseguiti in modo superficiale per questo il ricercatore non
dovrebbe mai prenderli acriticamente per buoni.
L’uso di
questi ultimi compromette la validità della lista e di conseguenza dell’ intero
campionamento. Dopo di che si stabilisce quanto debba essere grande il
campione. Questa grandezza viene definita ampiezza. Essa è frutto di una
decisione integrata, che tiene conto di esigenze e problemi diversi.
L’ampiezza
dipende da delle variabili che non si presentano uniformemente generando quindi
situazioni di eterogeneità. Perciò prima di procedere nel piano di
campionamento occorre stabilire quale margine d’errore giudichiamo accettabile.
Una volta
terminata l’indagine bisogna analizzare i dati raccolti suddividendoli in
categorie, spesso già stabilite dal ricercatore. Questo non è sempre possibile
poiché il campione alle volte risulta troppo piccolo. Quello che risulta dalle
operazioni di campionamento è solo un campione teorico, infatti il campione
effettivo, l’ insieme delle persone che di fatto verranno interpellate, sarà
sicuramente più esiguo.
Dalla lista
di campionamento si estraggono poi gli elementi da inserire nel campione.
Esistono due
procedure fondamentali di estrazione: quella probabilistica e quella non
probabilistica o ragionata.
Nel
campionamento probabilistico la probabilità che ogni individuo della
popolazione ha di entrare a far parte del campione è fissata e nota. Sono
presenti diverse tipologie di campionamento probabilistico.
Il
campionamento casuale semplice consiste nell’assegnare a ciascun individuo un
numero, impedendone il riconoscimento. Per scegliere gli individui di
utilizzano le tavole dei numeri casuali, tabelle dove figurano numeri che letti
in varie direzioni si assegnano senza alcuna regola. Si estrae a sorte ciascuna
cifra attraverso un’urna o un computer.
Il
campionamento sistematico è un procedimento più sbrigativo, che consiste nel
scegliere un individuo ogni “K” costante numerica, da elenchi già stabiliti.
Nel
campionamento casuale stratificato la popolazione viene divisa in sottounità,
dette strati, sulla base di determinate caratteristiche che non permettono
all’individuo di appartenere a più strati.
Si suppone
l’esistenza di una gerarchia, ma essa può anche non essere presente. Da questi
sottogruppi si procede ad un estrazione casuale.
Infine vi è
il campionamento multistadio a grappoli dove si prelevano gruppi di individui accomunati
dall’area geografica o l’appartenenza a qualche settore sociale.
Il
campionamento non probabilistico o ragionato, invece, non è in grado di
stabilire esattamente la probabilità poiché è basato su considerazioni
razionali inerenti alla composizione della popolazione, può essere di tre tipi.
La
principale procedura non probabilistica è il campionamento a quote, nel quale
vengono individuate caratteristiche rilevanti al fine dell’indagine e come esse
sono distribuite nella popolazione attraverso uno studio socio-demografico. A
questo punto si fissano le quote per ciascuna caratteristica.
Nel
campionamento multidimensionale si ricercano variabili rilevanti e si accerta
che le loro possibili combinazioni siano rappresentate nel campione almeno da
un caso.
Il
campionamento per obiettivi, infine, tiene conto degli scopi dell’indagine e
tende ad evidenziare gruppi o caratteristiche che tipicamente funzionano, cioè
rispondono alle finalità che si prefigge.
Definito il
campione, se ne stima l’affidabilità traendo conclusioni sulla popolazione a
partire da rilevazioni fatte su di esso.
Grazie alle
moderne tecniche statistiche, facendo ricerca su un campione anziché
sull’intera popolazione, si hanno risultati con pochissima perdita di
precisione. Il campione si deve sempre considerare come un’approssimazione
della popolazione, ma se ben fatto, fa risparmiare molto tempo e denaro nella
rilevazione di dati e nella loro analisi.