domenica 21 maggio 2017

L’INTERVISTA:

 Un’intervista consiste in un colloquio tra un intervistatore, che pone domande e registra le risposte, e un intervistato, che risponde. Quella classica è l’intervista faccia a faccia, in cui intervistatore e intervistato si incontrano e conversano a casa dell’intervistato, per strada o in un luogo convenuto. Negli anni ’90 si è diffusa l’intervista telefonica, dove non c’è contatto diretto, ma gli intervistatori interpellano gli intervistati per telefono. Di regola ci sono un solo intervistatore e un solo intervistato. In alcuni casi però possono collaborare due o più intervistatori. Esistono anche interviste, chiamate interviste di gruppo, in cui vengono interpellate contemporaneamente diverse persone. Quando l’intervista non presenta particolari difficoltà, gli intervistatori sono in genere semplici incaricati, cioè persone estranee alla ricerca, addestrate al fine di effettuare le interviste. Se invece ci si propone di indagare in profondità su dei soggetti, delle interviste si incaricano i ricercatori in prima persona. L’intervista è uno degli strumenti che si possono adoperare per condurre un’indagine, ed è considerata attiva perché con essa si sollecitano le informazioni che interessano, andando a interpellare la gente. Le interviste vengono adoperate sia in ricerche di tipo qualitativo, sia di tipo quantitativo. Nel primo caso si ricorre a quelle che spesso si chiamano interviste in profondità: colloqui nei quali il ricercatore cerca di scavare fondo. Nella ricerca quantitativa invece sono d’obbligo le interviste standardizzate, che consentono di trattare in maniera quantitativa i dati.
INTERVISTA E QUESTIONARIO A CONFRONTO: Le due tecniche presentano vantaggi e svantaggi complementari, per cui alla fine si equivalgono. Ad esempio, nel questionario c’è il rischio che chi risponde non capisca la domanda, ma non c’è il rischio di essere fuorviati dall’intervistatore; nell’intervista è più facile capire le domande perché c’è l’intervistatore pronto a chiarirle, ma proprio quest’ultimo può essere fonte di distorsioni o introdurre errori. Nelle inchieste non è preferibile in assoluto una tecnica o l’altra. Di volta in volta il ricercatore sceglierà indipendentemente dalla qualità dei risultati, sulla base di considerazioni di ordine pratico, come la disponibilità di personale adatto. Possiamo formarci un giudizio sull’efficacia e limiti dell’intervista considerando alcuni aspetti per i quali si discosta dal questionario: - Dispendio di risorse. Rispetto ai questionari le interviste sono più onerose,in termini di risorse umane,tempo,fatica e costi finanziari. Un programma di interviste richiede l’impiego di personale altamente qualificato; nelle inchieste poi oltre agli intervistatori occorre uno staff di esperti che coordinino il lavoro, si incarichino della supervisione e del controllo di quanto si va facendo. Per somministrare i questionari invece bastano persone che li consegnino e li ritirino o addirittura è sufficiente spedirli. Per effettuare interviste bisogna contattare le persone,prendere appuntamenti e viaggiare e quindi hanno bisogno di tempo più lunghi rispetto al questionario. – Presenza dell’intervistatore. La differenza più evidente tra intervista e questionario è che nella prima c’è l’intervistatore; fattore che comporta indubbi vantaggi, che si traducono più che altro in una flessibilità, grazie alla quale la tecnica di indagine può essere adattata alle esigenze che si presentano. La flessibilità è utile non solo perché assicura una comunicazione più efficace, ma anche perché rende possibile una esplorazione più complessa. Un buon intervistatore può addentrarsi in questioni o ragionamenti tali che richiederebbero questionari enormemente complicati. La presenza dell’intervistatore è però anche il limite principale delle interviste:l’intervistatore stesso,l’interazione che si sviluppa tra intervistato e intervistatore, il clima che viene a crearsi finiscono per influire sulle risposte alle domande. Abbiamo così risultati dipendenti dal contesto di intervista. – Urgenza di rispondere. Nell’intervista si è portati a rispondere prontamente, perché si sta partecipando a una conversazione con un interlocutore. Il questionario invece ha il ritmo della lettura e della scrittura,più riflessivo. L’impulsività dell’intervista può rappresentare un vantaggio , perché le risposte dell’intervistato sono più fresche e spontanee, mentre chi riempie un questionario spesso ha ripensamenti. D’altra parte trovarsi a rispondere subito può mettere in difficoltà l’intervistato. Ci sono domande per le quali è utile riflettere o documentarsi, consultando materiale scritto o chiedendo ad altri. – Garanzie di anonimato. L’intervista, proprio perché implica un contatto tra intervistatore e intervistato, offre a quest’ultimo meno garanzie di anonimato. A volte l’intervistatore va a trovare l’intervistato a casa, ha modo di conoscerlo e di conoscere i suoi famigliari. Diversamente, una volta che il questionario è compilato, finisce in un pacco di questionari tutti simili e anonimi.
SISTEMI DI REGISTRAZIONE DEI DATI
Il compito dell'intervistatore può essere particolarmente facile quando le domande sono chiuse, cioè richiedono di scegliere tra le alternative prefissate. Più difficile e problematico invece è registrare le risposte a domande aperte per diversi motivi. Infatti è raro che l'intervistatore riesca a scrivere tutto ciò che dice l'intervistato, generalmente riporta i discorsi dell'intervistato con sue parole, cercando di rispettare i contenuti e il senso. Queste operazioni sono rischiose poiché possono portare a distorsioni.In genere meno l'intervista è strutturata, più è difficile registrare i dati con il sistema dell'annotazione. Un limite di questo sistema è che si perde tutto lo scambio non verbale tra intervistato e intervistatore. Nelle interviste standardizzate effettuate nel corso di ricerche quantitative la cosa non interessa ma può acquisire importanza se l'intervista è qualitativa e in profondità.La registrazione meccanica del semplice sonoro o con videocamera, consente di superare i limiti dell'annotazione. Un sistema che si sta diffondendo sempre di più nel caso di interviste strutturate è quello che si avvale dell'aiuto del computer: l'intervistatore non ha modulo di intervista cartaceo, ma legge direttamente le domande sul video e digita poi le risposte dell'intervistato.
PROBLEMI DELLE INTERVISTE

Il contatto iniziale è l'incontro o la telefonata in cui si chiede la disponibilità a lasciarsi intervistare e acquista particolare importanza se le persone da interpellare non sono motivate a farsi intervistare.In questo caso l'intervistatore deve sfruttare al meglio questo momento per cercare di interessare e motivare tali persone. Ci sono casi invece l'intervistatore si trova il terreno pronto, altri in cui l'intervistatore è visto con sospetto o con timore.Nella maggior parte dei casi però non si trova né terreno favorevole, né un terreno avverso ma ci sono indifferenza e scarsa disponibilità.I motivi più frequenti per cui la gente evita di farsi intervistare sono:la scarsa fiducia nell'indagine;il sospetto di secondi fini;il timore di non sapersi esprimere correttamente;la consapevolezza di essere un dissidente nei riguardi delle autorità .La giustificazione utilizzata più spesso quando l'intervista viene rifiutata è la mancanza di tempo.Per questi motivi l'intervistatore ha un compito piuttosto difficile. Oltre a cercare di vincere le resistenze, l'intervistatore deve dare senso e valore all'intervista in modo che l'intervistato si sente attratto dall'opportunità di collaborare. Ovviamente però non conta solo ciò che si dice ma anche come ci si presenta non solo per quanto riguarda l'abbigliamento ma nell'intervistatore bisogna trovare una persona vivace e intelligente.Il colloquio dell'intervista è di tipo particolare è può risultare insolito per l'intervistato in quanto diverso per struttura e modo di procedere, dalle conversazioni abituali della vita quotidiana.Per questo la difficoltà principale per l'intervistato è entrare nell'ottica di fornire informazioni pertinenti, chiare e autentiche senza la preoccupazione di dire troppo tanto o troppo poco.