L’INTERVISTA:
Un’intervista consiste in un colloquio tra
un intervistatore, che pone domande e registra le risposte, e un
intervistato, che risponde. Quella classica è l’intervista faccia
a faccia, in cui intervistatore e intervistato si incontrano e
conversano a casa dell’intervistato, per strada o in un luogo
convenuto. Negli anni ’90 si è diffusa l’intervista telefonica,
dove non c’è contatto diretto, ma gli intervistatori interpellano
gli intervistati per telefono. Di regola ci sono un solo
intervistatore e un solo intervistato. In alcuni casi però possono
collaborare due o più intervistatori. Esistono anche interviste,
chiamate interviste di gruppo, in cui vengono interpellate
contemporaneamente diverse persone. Quando l’intervista non
presenta particolari difficoltà, gli intervistatori sono in genere
semplici incaricati, cioè persone estranee alla ricerca, addestrate
al fine di effettuare le interviste. Se invece ci si propone di
indagare in profondità su dei soggetti, delle interviste si
incaricano i ricercatori in prima persona. L’intervista è uno
degli strumenti che si possono adoperare per condurre un’indagine,
ed è considerata attiva perché con essa si sollecitano le
informazioni che interessano, andando a interpellare la gente. Le
interviste vengono adoperate sia in ricerche di tipo qualitativo, sia
di tipo quantitativo. Nel primo caso si ricorre a quelle che spesso
si chiamano interviste in profondità: colloqui nei quali il
ricercatore cerca di scavare fondo. Nella ricerca quantitativa invece
sono d’obbligo le interviste standardizzate, che consentono di
trattare in maniera quantitativa i dati.
INTERVISTA E QUESTIONARIO A
CONFRONTO: Le due tecniche presentano vantaggi e svantaggi
complementari, per cui alla fine si equivalgono. Ad esempio, nel
questionario c’è il rischio che chi risponde non capisca la
domanda, ma non c’è il rischio di essere fuorviati
dall’intervistatore; nell’intervista è più facile capire le
domande perché c’è l’intervistatore pronto a chiarirle, ma
proprio quest’ultimo può essere fonte di distorsioni o introdurre
errori. Nelle inchieste non è preferibile in assoluto una tecnica o
l’altra. Di volta in volta il ricercatore sceglierà
indipendentemente dalla qualità dei risultati, sulla base di
considerazioni di ordine pratico, come la disponibilità di personale
adatto. Possiamo formarci un giudizio sull’efficacia e limiti
dell’intervista considerando alcuni aspetti per i quali si discosta
dal questionario: - Dispendio di risorse. Rispetto ai questionari le
interviste sono più onerose,in termini di risorse umane,tempo,fatica
e costi finanziari. Un programma di interviste richiede l’impiego
di personale altamente qualificato; nelle inchieste poi oltre agli
intervistatori occorre uno staff di esperti che coordinino il lavoro,
si incarichino della supervisione e del controllo di quanto si va
facendo. Per somministrare i questionari invece bastano persone che
li consegnino e li ritirino o addirittura è sufficiente spedirli.
Per effettuare interviste bisogna contattare le persone,prendere
appuntamenti e viaggiare e quindi hanno bisogno di tempo più lunghi
rispetto al questionario. – Presenza dell’intervistatore. La
differenza più evidente tra intervista e questionario è che nella
prima c’è l’intervistatore; fattore che comporta indubbi
vantaggi, che si traducono più che altro in una flessibilità,
grazie alla quale la tecnica di indagine può essere adattata alle
esigenze che si presentano. La flessibilità è utile non solo perché
assicura una comunicazione più efficace, ma anche perché rende
possibile una esplorazione più complessa. Un buon intervistatore può
addentrarsi in questioni o ragionamenti tali che richiederebbero
questionari enormemente complicati. La presenza dell’intervistatore
è però anche il limite principale delle interviste:l’intervistatore
stesso,l’interazione che si sviluppa tra intervistato e
intervistatore, il clima che viene a crearsi finiscono per influire
sulle risposte alle domande. Abbiamo così risultati dipendenti dal
contesto di intervista. – Urgenza di rispondere. Nell’intervista
si è portati a rispondere prontamente, perché si sta partecipando a
una conversazione con un interlocutore. Il questionario invece ha il
ritmo della lettura e della scrittura,più riflessivo. L’impulsività
dell’intervista può rappresentare un vantaggio , perché le
risposte dell’intervistato sono più fresche e spontanee, mentre
chi riempie un questionario spesso ha ripensamenti. D’altra parte
trovarsi a rispondere subito può mettere in difficoltà
l’intervistato. Ci sono domande per le quali è utile riflettere o
documentarsi, consultando materiale scritto o chiedendo ad altri. –
Garanzie di anonimato. L’intervista, proprio perché implica un
contatto tra intervistatore e intervistato, offre a quest’ultimo
meno garanzie di anonimato. A volte l’intervistatore va a trovare
l’intervistato a casa, ha modo di conoscerlo e di conoscere i suoi
famigliari. Diversamente, una volta che il questionario è compilato,
finisce in un pacco di questionari tutti simili e anonimi.
SISTEMI
DI REGISTRAZIONE DEI DATI
Il
compito dell'intervistatore può essere particolarmente facile quando
le domande sono chiuse, cioè richiedono di scegliere tra le
alternative prefissate. Più difficile e problematico invece è
registrare le risposte a domande aperte per diversi motivi. Infatti è
raro che l'intervistatore riesca a scrivere tutto ciò che dice
l'intervistato, generalmente riporta i discorsi dell'intervistato con
sue parole, cercando di rispettare i contenuti e il senso. Queste
operazioni sono rischiose poiché possono portare a distorsioni.In
genere meno l'intervista è strutturata, più è difficile registrare
i dati con il sistema dell'annotazione. Un limite di questo sistema è
che si perde tutto lo scambio non verbale tra intervistato e
intervistatore. Nelle interviste standardizzate effettuate nel corso
di ricerche quantitative la cosa non interessa ma può acquisire
importanza se l'intervista è qualitativa e in profondità.La
registrazione meccanica del semplice sonoro o con videocamera,
consente di superare i limiti dell'annotazione. Un sistema che si sta
diffondendo sempre di più nel caso di interviste strutturate è
quello che si avvale dell'aiuto del computer: l'intervistatore non ha
modulo di intervista cartaceo, ma legge direttamente le domande sul
video e digita poi le risposte dell'intervistato.
PROBLEMI
DELLE INTERVISTE
Il
contatto iniziale è l'incontro o la telefonata in cui si chiede la
disponibilità a lasciarsi intervistare e acquista particolare
importanza se le persone da interpellare non sono motivate a farsi
intervistare.In questo caso l'intervistatore deve sfruttare al meglio
questo momento per cercare di interessare e motivare tali persone. Ci
sono casi invece l'intervistatore si trova il terreno pronto, altri
in cui l'intervistatore è visto con sospetto o con timore.Nella
maggior parte dei casi però non si trova né terreno favorevole, né
un terreno avverso ma ci sono indifferenza e scarsa disponibilità.I
motivi più frequenti per cui la gente evita di farsi intervistare
sono:la scarsa fiducia nell'indagine;il sospetto di secondi fini;il
timore di non sapersi esprimere correttamente;la consapevolezza di
essere un dissidente nei riguardi delle autorità .La giustificazione
utilizzata più spesso quando l'intervista viene rifiutata è la
mancanza di tempo.Per questi motivi l'intervistatore ha un compito
piuttosto difficile. Oltre a cercare di vincere le resistenze,
l'intervistatore deve dare senso e valore all'intervista in modo che
l'intervistato si sente attratto dall'opportunità di collaborare.
Ovviamente però non conta solo ciò che si dice ma anche come ci si
presenta non solo per quanto riguarda l'abbigliamento ma
nell'intervistatore bisogna trovare una persona vivace e
intelligente.Il colloquio dell'intervista è di tipo particolare è
può risultare insolito per l'intervistato in quanto diverso per
struttura e modo di procedere, dalle conversazioni abituali della
vita quotidiana.Per questo la difficoltà principale per
l'intervistato è entrare nell'ottica di fornire informazioni
pertinenti, chiare e autentiche senza la preoccupazione di dire
troppo tanto o troppo poco.