La psicologia è la disciplina che studia i comportamenti della mente.
Diversi disturbi psichiatrici importanti, come la depressione e i disturbi alimentari, spesso insorgono durante l'infanzia e l'adolescenza.Alcuni, come l'autismo, iniziano solo durante l'infanzia.
I disturbi del comportamento dirompente influiscono principalmente sul comportamento, che non è intenzionalmente dirompente, ma può causare disturbo agli altri e tale disturbi includono:
- Disturbo da deficit dell' attenzione
- Disturbo oppositivo provocatorio
- Disturbo della condotta
Per alcuni disturbi , la diagnosi viene effettuata sulla base di un esame del sangue capace di identificare anomalie specifiche;per altri, nessun esame può confermare la diagnosi. Per stabilire la gravità dei sintomi, i medici si basano sulle osservazioni dei genitori e degli insegnanti e sulle constatazioni dirette fatte durante la visita medica.
Panoramica dei disturbi infantili:
schizofrenia
Depressione nei bambini e negli adolescenti
- Disturbo bipolare nei bambini e negli adolescenti (malattia maniaco depressiva).
- Comportamento suicida nei bambini e negli adolescenti
- Disturbo della condotta
- Disturbo oppositivo provocatorio
- Panoramica sui disturbi d’ansia nei bambini
- Disturbo d’ansia generalizzato nei bambini
- Disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati nei bambini e negli adolescenti
- Disturbo di panico nei bambini e negli adolescenti
- Agorafobia nei bambini e negli adolescenti
- Disturbo d’ansia di separazione
- Disturbo d’ansia sociale nei bambini e negli adolescenti
- Disturbo da stress acuto e disturbo da stress post-traumatico nei bambini e negli adolescenti
- Somatizzazione e disturbi a essa correlati nei bambini
Approfondiamo alcuni di questi:
LA DEPRESSIONE NEI BAMBINI E NEGLI ADOLESCENTI
I sintomi depressivi riguardano l'assenza di divertimento, difficoltà di concentrazione, sentimenti di colpa, problemi di sonno e appetito; questi aspetti sono simili nei bambini e negli adolescenti. Nella fase pre-puberale invece, la depressione spesso emerge in famiglie con alta conflittualità e questi bambini presentano anche altri problemi, in particolare disturbi della condotta.
La depressione presente in questa categoria può innescare altre problematiche come la criminalità, l'abuso di sostanze, l'autolesionismo ed il suicidio.
La depressione adolescenziale ha un decorso più simile all'età adulta e, infatti, gli adolescenti depressi hanno maggiori probabilità di esperire un altro episodio di questo tipo durante la vita adulta.
Gli adolescenti depressi spesso di impegnano in una serie di comportamenti rischiosi, tra cui abuso di droga e alcool, autolesionismo non suicidari e comportamenti suicidi.
Tra i ragazzi della fascia d'età compresa tra i 9 ed i 17 anni, soffre di disturbi depressivi. Tra i bambini, la diffusione è minore, che tra gli adolescenti.
A queste età, la depressione spesso si accompagna ad altri disturbi mentali come l'ansia, i disturbi da comportamento dirompente o l'abuso di sostanze stupefacenti, ed a malattie come il diabete; inoltre, accresce il rischio di suicidio.
Le caratteristiche ed i criteri diagnostici della depressione nei bambini e negli adolescenti sono simili a quelli per gli adulti.
Di solito, un bambino o ragazzo depresso è triste, non ha più interesse per le attività che prima lo facevano divertire, spesso si critica e si sente criticato.
Si sente poco amato, pessimista ed anche senza prospettive per il futuro, pensa che la vita non valga la pena di essere vissuta, e in alcuni casi, può addirittura avere idee suicide. Il bambino o il ragazzo depresso tende ad essere facilmente irritabile, e spesso, anche aggressivo; è indeciso, ha problemi di concentrazione, è privo d'energia e scarsamente motivato; trascura l'igiene personale ed il modo di vestirsi.
Il suo sonno è fortemente disturbato. Uno su cinque adolescenti sperimenta un disturbo depressivo nel momento in cui raggiunge l'età adulta.
➣I FATTORI DI RISCHIO
Prima della pubertà, maschi e femmine hanno la stessa probabilità di sviluppare una depressione, ma dopo i 15 anni le ragazze hanno una probabilità doppia rispetto ai ragazzi.
Quei bambini che sviluppano una depressione prima della pubertà, con molta probabilità hanno uno dei genitori che, a sua volta, ha avuto un'esperienza precoce di depressione, ed hanno anche un rischio maggiore di sviluppare altri disturbi mentali durante l'età adulta. Quelli che, invece, diventano depressi dopo la pubertà hanno una probabilità maggiore di andare incontro ad un altro episodio depressivo.
➣IL BIPOLARISMO
Il disturbo bipolare è una grave malattia del cervello. E’ chiamata anche psicosi maniaco-depressiva. I bambini con disturbo bipolare esperiscono insoliti cambiamenti di umore. A volte si sentono molto felici o euforici e sono molto più attivi del solito. Questa condizione viene chiamata mania. A volte invece si sentono molto triste e “giù di umore” e sono molto meno attivi del solito. Questa è la fase della depressione.
Il disturbo bipolare non è paragonabile ai normali alti e bassi che ogni bambino, e che ogni persona di qualsiasi età, si trova ad attraversare. I sintomi bipolari sono molto più imponenti di una normale fluttuazione dell’umore. La malattia può rendere difficile per un bambino andar bene a scuola o andare d’accordo con amici e familiari. La malattia può anche essere pericolosa. Alcuni giovani con disturbo bipolare arrivano a farsi del male o a tentare il suicidio.
I bambini e gli adolescenti con disturbo bipolare dovrebbero essere curati. Con l’aiuto di uno psichiatra e di uno psicologo si possono gestire i propri sintomi e condurre una vita di successo.
Diversi fattori possono contribuire al disturbo bipolare, tra cui:
I geni, perché la malattia si ripropone nelle famiglie. I bambini con un genitore o un fratello con disturbo bipolare hanno maggiori probabilità di sviluppare la malattia rispetto agli altri bambini.
Struttura cerebrale anormale e anormale funzione del cervello.
Disturbi d’ansia. I bambini con disturbi d’ansia hanno più probabilità di sviluppare il disturbo bipolare.
Le cause del disturbo bipolare non sono sempre chiare. Gli scienziati stanno studiando per saperne di più sulle possibili cause e sui fattori di rischio. Questa ricerca aiuterà i medici a predire se una persona potrà essere colpita dal disturbo bipolare. Un giorno potrà anche aiutare i medici a prevenire la malattia in alcune persone.
La psicologia ci ha dimostrato come i bambini hanno una vita psichica attiva e complessa, e interagiscono in maniera attiva e cosciente con i loro ambienti. Il suicidio può esse studiato dal punto di vista sociologico o psicologico. Suicido e tentativo di suicidio sono fenomeni strettamente correlati; i disturbi depressivi rappresentano la categoria psicopatologica a più alto rischio per il suicidio: la metà dei bambini e degli adolescenti con depressione maggiore, compiono nel corso della malattia, almeno un tentativo di suicidio, tale incidenza tende ad aumentare se si ha comorbidità col disturbo della condotta o il disturbo da abuso di sostanze; vi è una netta prevalenza nel sesso femminile di tentativi di suicidio e nel sesso maschile di suicidi compiuti.
Le avversità della vita aumentano senza dubbio il rischio di suicidio.
La letteratura riporta che traumi fisici e psichici, abusi sessuali e carenze di stimoli affettivi parentali possono contribuire a creare una vulnerabilità al suicidio su base epigenetica.
Nei bambini e negli adolescenti, il rischio di comportamento suicidario è influenzato dalla presenza di altri disturbi mentali e altri disturbi che colpiscono il cervello, storia familiare, i fattori psicosociali e fattori ambientali. Brian Mishara ha intervistato 65 bambini, con età tra i 6 ed i 12 anni per vedere ciò che conoscono e comprendono circa la morte e il suicidio.
Solo i bambini di 12 anni avevano familiarità con la parola "suicidio", ma quasi tutti sapevano cosa significasse "uccidere sè stessi".
Tutti i ragazzi che conoscevano il suicidio erano oltretutto in grado di descrivere uno o più modi per farlo. Le interviste di Mishara hanno quindi mostrato che la comprensione della morte e del suicidio nei bambini aumenta con l'età. La maggior parte dei più piccoli invece sapeva che coloro che morivano non riuscivano a tornare in vita, mentre altri credevano che le persone morte potevano vederli e ascoltarli.
Finora, gli approcci preventivi al suicidio si sono concentrati soprattutto sui bambini e gli adolescenti affetti da depressione. I risultati indicano, tuttavia, la necessità di interventi di prevenzione specifici per i bambini delle scuole elementari. Finora, gli approcci preventivi al suicidio si sono concentrati soprattutto sui bambini e gli adolescenti affetti da depressione. I risultati indicano, tuttavia, la necessità di interventi di prevenzione specifici per i bambini
delle scuole elementari.
La Blue Whale Challenge è un pericoloso e nefasto social game arrivato ultimamente anche da noi, con un verdetto di assoluzione dal reato di istigazione al suicidio per il "curatore" della sfida.
Non sussiste reato di istigazione al suicidio se manca l’attuazione di questo o di procurate lesioni personali gravi o gravissime. Questa la determinazione della quinta sezione penale di Roma della Corte di Cassazione, con la sentenza del 24 dicembre 2017 su un caso di adescamento e di istigazione al suicidio da parte di un uomo di 37 anni, di nazionalità indiana, nei confronti di una minore nell’ambito della pratica del “Blue Whale Challenge”.
Questa sfida virtuale tristemente nota in Italia con il nome di “Balena blu” nata in Russia e diffusasi anche da noi in rete dallo scorso febbraio, prevede che, dopo estenuanti prove di sottomissione ai comandi di un "curatore", la vittima sia spinta a togliersi la vita.
In questo caso, il Tribunale di Roma (luogo di residenza della ragazza), aveva confermato il sequestro probatorio di cellulare e materiale informatico all’uomo che, nell’esecuzione di tale “gioco”, aveva mandato ad una minorenne vari messaggi telefonici e scritti on-line tra cui uno in cui le intimava: “manda audio in cui dici che sei mia schiava e della vita non ti importa niente e me la consegni”.
Invece la disposizione della Corte di Cassazione afferma che: “Si punisce l’istigazione al suicidio a condizione che la stessa venga accolta e il suicidio si verifichi o quantomeno il suicida, fallendo nel suo intento, si procuri una lesione grave o gravissima.”