L’integrazione degli alunni stranieri nella scuola italiana
Durante quest’anno scolastico, in un periodo di durata di 2 settimane, dal 29 Ottobre al 9 Novembre, ho svolto l’alternanza scuola-lavoro nella scuola primaria G. Rodari.
Sono entrata in contatto con un’ambiente scolastico costituito, oltre che dal corpo docenti, di numerosi alunni di cui la maggior parte di origine straniera.
Perciò ho deciso di trattare il fenomeno relativo alla presenza elevata di alunni stranieri nelle scuole italiane al giorno d’oggi e la loro integrazione in esse.
DATI
DATI
Pluralità di colori, linguaggi, sonorità forme, ritmi, codici e fedi connotano ormai lo scenario sociale italiano.
Principalmente la scuola è oggi sempre più un crocevia di culture. La presenza di alunni stranieri è un fenomeno in notevole aumento e pone una sfida pedagogica, culturale e organizzativa assai stimolante, ma impegnativa per i numerosi interrogativi e bisogni a cui occorre dare risposta.
Secondo i dati gli studenti con background migratorio sono 826mila, oltre 11mila in più rispetto all’anno scolastico precedente, leggermente superiore è la quota dei maschi ovvero il 52%, rispetto a quella delle femmine che ammonta al 48%.
La Lombardia è la regione con il più alto numero di studenti con cittadinanza non italiana (207.979, circa un quarto di quelli presenti in Italia). Gli alunni stranieri provengono soprattutto da dieci Paesi (Romania, Albania, Marocco, Cina, Filippine, India, Moldavia, Ucraina, Pakistan, Egitto).
La comunità scolastica accoglie le differenze linguistiche e culturali come valore da porre a fondamento del rispetto reciproco, dello scambio tra le culture e della tolleranza; e a tale scopo promuove e favorisce iniziative volte all’accoglienza, alla tutela della cultura e della lingua d’origine, e alla realizzazione di attività interculturali comuni.
La Lombardia è la regione con il più alto numero di studenti con cittadinanza non italiana (207.979, circa un quarto di quelli presenti in Italia). Gli alunni stranieri provengono soprattutto da dieci Paesi (Romania, Albania, Marocco, Cina, Filippine, India, Moldavia, Ucraina, Pakistan, Egitto).
La comunità scolastica accoglie le differenze linguistiche e culturali come valore da porre a fondamento del rispetto reciproco, dello scambio tra le culture e della tolleranza; e a tale scopo promuove e favorisce iniziative volte all’accoglienza, alla tutela della cultura e della lingua d’origine, e alla realizzazione di attività interculturali comuni.
SVOLGIMENTO
I minori stranieri presenti sul territorio italiano hanno il diritto e il dovere all’istruzione, quindi sono soggetti all’obbligo scolastico, e le scuole pubbliche sono tenute ad accoglierli .
ll diritto all’istruzione scolastica dei minori stranieri arrivati in Italia legalmente (assieme ai genitori con permesso di soggiorno) o clandestinamente (assieme ad adulti privi di permesso ovvero giunti ‘non accompagnati’) è affermato da:
ll diritto all’istruzione scolastica dei minori stranieri arrivati in Italia legalmente (assieme ai genitori con permesso di soggiorno) o clandestinamente (assieme ad adulti privi di permesso ovvero giunti ‘non accompagnati’) è affermato da:
- Costituzione della Repubblica italiana (negli articoli n° 10,30,31,34);
- Convenzione di diritto internazionale;
- Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo (ONU, 20 Novembre 1959);
- Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia;
- Direttiva CEE n.486/77;
- Patto internazionale sui diritti civili e politici;
- Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali;
- Alcune norme dello Stato italiano.
L' iscrizione alle classi dell’obbligo va accolta in qualsiasi momento dell’anno scolastico,in coincidenza con il loro arrivo e l’iscrizione ad una determinata classe di un alunno extracomunitario, sprovvisto di carriera scolastica pregressa riconoscibile, va operata tenendo conto dell’età anagrafica e delle competenze raggiunte.
Per quanto riguarda l’accoglienza è fondamentale che ogni scuola preveda un protocollo per gli alunni stranieri, mentre per quanto riguarda il processo educativo, per rispondere ai bisogni di alunni con un retroterra culturale e sociale differenziato vengono proposte metodologie diverse quali: l’insegnamento individualizzato, il lavoro di gruppo, le classi aperte, la metodologia della ricerca come sostituta della lezione frontale.
Per quanto riguarda l’accoglienza è fondamentale che ogni scuola preveda un protocollo per gli alunni stranieri, mentre per quanto riguarda il processo educativo, per rispondere ai bisogni di alunni con un retroterra culturale e sociale differenziato vengono proposte metodologie diverse quali: l’insegnamento individualizzato, il lavoro di gruppo, le classi aperte, la metodologia della ricerca come sostituta della lezione frontale.
Svolge un ruolo importante il tema della flessibilità dell’insegnamento, nel quale fatti salvi determinati obiettivi complessivi, il docente ha la possibilità di progettare la sua azione didattica tenendo conto del contesto reale; l’elaborazione di un percorso formativo, infatti non può che essere personalizzato, così da evitare di cadere in generalizzazioni o in schemi validi per tutti.
Va posta sicuramente attenzione alla cultura di provenienza dei minori, ma anche alle capacità e alle caratteristiche individuali di ciascuno di essi.
Va posta sicuramente attenzione alla cultura di provenienza dei minori, ma anche alle capacità e alle caratteristiche individuali di ciascuno di essi.
Spesso si confondono due modelli che si ispirano a sfumature differenti del concetto di individualizzazione: l’individualizzazione vera e propria e la personalizzazione.
L’’individualizzazione“si riferisce alle strategie didattiche che mirano ad assicurare a tutti gli studenti il raggiungimento delle competenze fondamentali del curricolo, attraverso una diversificazione dei percorsi di insegnamento mentre "la personalizzazione “indica invece le strategie didattiche finalizzate a garantire ad ogni studente una propria forma di eccellenza cognitiva attraverso possibilità elettive di coltivare le proprie potenzialità intellettive.
Per identificare il modello di individualizzazione più idoneo a favorire l’integrazione degli alunni stranieri è importante partire dai loro particolari bisogni e dagli obiettivi che si intendono raggiungere e per tale motivo sono state realizzate delle linee guida per l’accoglienza e l’integrazione. Esse sono uno strumento di lavoro per i dirigenti scolastici, per gli insegnanti, per i genitori e per gli operatori delle associazioni di settore e identificano come priorità l’acquisizione della lingua italiana nei due aspetti di lingua per comunicare e lingua dello studio. La competenza linguistica viene considerata un prerequisito indispensabile sia per l’inclusione sociale sia per il successo scolastico. Gli strumenti a disposizione sono molteplici e coinvolgono i diversi livelli dell’organizzazione scolastica e diverse fasi del processo educativo, e sono:
- Il Piano dell’Offerta Formativa comunemente chiamato POF è il documento che sintetizza la progettualità educativa propria di ogni istituzione scolastica. E’possibile prevedere per gli stranieri percorsi di accoglienza, laboratori di italiano, moduli di recupero disciplinare, progetti di intercultura. Nelle realtà più avanzate tutte le iniziative che riguardano gli alunni stranieri vengono progettate e gestite da una Commissione Accoglienza, emanazione del Collegio dei Docenti, e sintetizzate in un Protocollo di Accoglienza per gli alunni stranieri.
- Il Piano Educativo Personalizzato/Individualizzato che costituisce il documento di programmazione preventiva riferito all’alunno straniero: esso descrive e formalizza gli interventi predisposti per l’alunno in un determinato periodo di tempo, costituito generalmente dall’anno scolastico, per la realizzazione del diritto all’educazione e all’istruzione. (E’finalizzato ad indagare e documentare attraverso una procedura analitica: chi è l’alunno, che cosa sa e sa fare, come lo fa, cosa può realisticamente imparare, come lo può imparare, come valutare gli apprendimenti. Esso può essere suddiviso in tre sezioni principali: il profilo dell’alunno, la programmazione comune e disciplinare, la valutazione).
- L’Unità di Apprendimento o Unità Didattica è un altro strumento di programmazione che può essere utilizzato ai fini dell’individualizzazione dell’insegnamento in classi plurilingue e plurilivello.
Nonostante la quantità innumerevole di strumenti e progetti pensati appositamente per lo straniero, gli insegnanti si sentono impreparati e privi di strumenti per affrontare l’ingresso sempre più massiccio degli alunni non italiani nella scuola. Occorre però mettere tra parentesi la categoria “alunno straniero” e concentrarsi sull’identificazione dei bisogni educativi e formativi reali di tutti gli alunni, solo in questo modo, l’alunno straniero può essere vissuto non come un problema da risolvere attraverso uno sforzo aggiuntivo, ma come occasione per ripensare e rinnovare l’azione didattica a beneficio di tutti.
CONCLUSIONE
Tutti gli strumenti elencati con i numerosi progetti, messi in atto sono finalizzati all’integrazione e istruzione del bambino straniero, rendono più agevole l’inserimento nell’ambiente scolastico, dove quest’ultimo possa sentirsi totalmente accolto e accettato sia dai docenti che dai compagni e acquisire in modo adeguato le conoscenze opportune.
Questa esperienza mi ha aiutato a comprendere che la scuola italiana mette a disposizione tutto ciò che è necessario per garantire la migliore ospitalità possibile al bambino, e rendere il suo soggiorno in un paese nuovo più facile da affrontare e da vivere.
Offre la possibilità non solo agli alunni stranieri, ma anche a quelli italiani di imparare ad accettare qualsiasi tipo di differenze, che siano culture o religiose o di nazionalità, e convivere con il “diverso” non considerandolo un difetto da discriminare.
Lavorare in una classe multietnica mi ha fatto entrare in contatto con culture,religioni e nazionalità diverse dalle mie. Ho imparato a rispettarle e conoscerle nei loro diversi aspetti, attraverso i racconti dei bambini, e di conseguenza a rapportarmi con loro in modo opportuno e ad aiutarli quando erano in difficoltà.
Lavorare in una classe multietnica mi ha fatto entrare in contatto con culture,religioni e nazionalità diverse dalle mie. Ho imparato a rispettarle e conoscerle nei loro diversi aspetti, attraverso i racconti dei bambini, e di conseguenza a rapportarmi con loro in modo opportuno e ad aiutarli quando erano in difficoltà.
In queste due settimane ho potuto osservare che ogni tipo di allievo richiede particolari attenzioni e metodologie di apprendimento diverse,ho compreso quanto sia difficile e impegnativo il ruolo dell' insegnante, ma allo stesso tempo quanto questo lavoro ti possa dare soddisfazione, ti possa arricchire a livello umano e ti offra, attraverso il contatto giovanile, la possibilità di mantenere la propria mentalità aperta e sempre disposta a mettersi in discussione.