lunedì 14 gennaio 2019

SCUOLA DELL'INFANZIA: IERI E OGGI


PREMESSA 
La seconda esperienza di alternanza scuola-lavoro che ho potuto condurre mi ha aperto le porte verso quel mondo che ho ormai abbandonato da molto: l'infanzia. Sono infatti andata in una scuola dell'infanzia nella quale ho "vissuto" per due settimane, stando a stretto contatto con bambini di più età.

DATI 
La scuola dell'infanzia, in Italia nota anche come scuola materna, indica un percorso pre-scolastico generalmente rivolto ai bambini dai 3 ai 6 anni d'età sulla base di un preciso e adattato progetto educativo. Al giorno d'oggi la scuola materna è una struttura che può essere gestita dallo Stato oppure da diversi soggetti quali ordini religiosi, comunità locali o enti privati.

SVOLGIMENTO
L’assistenza all'infanzia nasce tra la fine del ‘700 e gli inizi dell’800, non come un diritto educativo dei bambini bensì come conseguenza all'esigenza della donna di entrare nel mondo del lavoro. Per anni infatti la donna è rimasta segregata entro le mura domestiche con il compito di accudire i figli e governare la casa. Fortunatamente però, in seguito alla rivoluzione industriale, la situazione comincia a cambiare in meglio: infatti la donna può finalmente entrare nel mondo del lavoro che le era sempre stato negato.
Dal momento però in cui la necessità di lavorare comincia a farsi strada nella mentalità delle donne, queste si ritrovavano costrette ad abbandonare i propri figli a casa per l’intera giornata. Va sottolineato però che questa era la sorte migliore per i bambini: come conseguenza a questa situazione si ebbe infatti non solo una notevole crescita di casi di abbandono, ma anche un aumento del tasso di mortalità infantile.
I primi tentativi di risoluzione a questo problema si ebbero soprattutto all'inizio dell‘800 in varie parti del mondo. Tra queste ricordiamo:
l'Inghilterra, con le “Dame School”. A queste signore le madri potevano lasciare i propri figli, i quali venivano “accuditi”, ovvero lasciati giocare nelle strade e in scantinati piccoli e malsani dove erano ammassati in gruppi senza distinzione per d’età. Questo era un luogo sicuro per le madri, ma malsano e non istruttivo per i bambini, in quanto le dame erano per lo più donne analfabete. Inoltre non era permesso ai bambini di fare esperienze per sviluppare le proprie capacità.
l'Italia, con le “Scolette”, nate dall'esigenza di alzare il tasso di alfabetizzazione e di aumentare la disponibilità lavorativa delle operaie. Queste strutture, che erano a carattere privato, risultavano scarse sia dal punto di vista igienico-sanitario che da quello dell’istruzione impartita ai bambini.
Perciò, nonostante queste strutture avessero fatto sì che i bambini fossero tolti dalla strada, questi venivano ora rinchiusi in luoghi sporchi e malsani. Proprio a causa di ciò in questo periodo la situazione infantile continuava ad essere disastrosa.

I primi veri cambiamenti si ebbero intorno alla metà dell’800 con la comparsa dei primi pedagogisti. Solo grazie all'impiego di questa nuova professione si possono infatti trovare i primi veri tentativi di creare strutture volte all'insegnamento, più che alla custodia ed alla sorveglianza, e all'orientamento dell’attenzione sul bambino e sulla sua educazione. I primi pedagogisti si proponevano in questo modo di diminuire i casi di abbandono e morte infantile.
Nel 1840, ad esempio, Friedrich Froebel fonda il "Kindergarten". Il "Giardino dell'Infanzia", così tradotto in italiano, si poneva più come organismo per l'educazione che come istituto per la custodia.
Da questo momento, fino ad arrivare alla metà degli anni novanta, si assiste ad un progressivo cambiamento che porterà alle scuole dell'infanzia come le conosciamo oggi.

Un importante esempio di come sia cresciuta l’attenzione verso i bambini nel nuovo secolo sia ha nel 1907, quando a Roma viene aperta la “Casa del Bambino. Questa struttura fu istituita da Maria Montessori ed il metodo adottato fu basato sul concetto di libertà. Caratteristica della scuola montessoriana è, prima di tutto, l'importanza di educare i sensi e solo in seguito l'intelletto del bambino. Poi di creare un ambiente fatto su misura del bambino, anche nei particolari dell'arredamento.

Il 10 dicembre 1925 venne istituita l’O.N.M.I. (Opera Nazionale per la tutela della Maternità e dell’Infanzia), un’istituzione voluta dal fascismo. Queste strutture erano più simili a ospedali che ad asili nido, e avevano finalità igienico-sanitarie: lo scopo era quello di sottrarre i bambini dalle condizioni di de nutrimento e abbandono, e di evitare contagi. Queste strutture erano però mancanti sotto l’aspetto sociale, che era ampliamene trascurato: non veniva infatti data importanza ai problemi affettivi e psicologici dei bambini. Proprio a causa di questo gli istituti OMNI vennero definitivamente sciolti nel 1975.

Da questo momento in poi gli asili assunsero un carattere prettamente educativo, e non di semplice sorveglianza come erano sempre stati. Vennero stabiliti precisi elementi che gli insegnanti dovevano perseguire nell'educazione del bambino, e assunse un'ancora maggiore importanza la psicologia del bambino.

conclusione
L'esperienza fatta in alternanza in una scuola dell'infanzia mi ha permesso non solo di vivere per qualche giorno una realtà diversa da quella prettamente scolastica a cui sono ormai abituata, ma anche di approfondire e di capire come si è arrivati alle scuole d'oggi.