lunedì 14 gennaio 2019

Metodologie didattiche



      METODOLOGIE DIDATTICHE


Premessa:
Durante il periodo di Alternanza Scuola Lavoro all’ Istituto S. Maria degli Angeli – Fondazione Scuola Cattolica, ho potuto osservare più da vicino i metodi didattici utilizzati nelle scuole, rivelatosi strategie di insegnamento che non trasmettono più semplicemente nozioni, dati, formule e definizioni da imparare a memoria, ma consentono a tutti gli studenti di imparare in modo significativo, autonomo e responsabile e di affrontare e risolvere problemi insieme, così come di progettare in modo autonomo.


Dati:

Il termine didattica affonda le sue origini nel greco didàskein e indica quella parte dell’attività e della teoria educativa che concerne i metodi di insegnamento.
La didattica è quindi la scienza che si occupa della comunicazione e della relazione educativa allo scopo di ottimizzare l’apprendimento.

La didattica deve quindi sempre tenere conto dell’interazione fra insegnamento ed apprendimento, il tutto armonizzato nel contesto educativo con gli aspetti psicologici degli allievi, della preparazione tecnica e pedagogica dei docenti, del contesto culturale e sociale, nonché degli strumenti e sussidi più efficaci.  

La didattica scolastica è la forma più nota di didattica, generalmente si rivolge a giovani e bambini, ed è caratterizzata da un forte legame tra docente ed allievo, dall’astrazione dai contesti reali di apprendimento, dalla valutazione da parte del docente nell’ambito di un percorso curricolare.


Svolgimento:

La didattica si avvale di diverse strategie, che fanno parte dei modelli di istruzione; alcune di esse sono prevalentemente centrate sul docente, altre fanno leva principalmente sull’allievo.
Tra queste strategie troviamo: la lezione frontale, ossia la forma di didattica in cui l’insegnante espone in maniera unidirezionale gli argomenti. In questo caso la trasmissione dei concetti è legata all’abilità comunicativa del docente; la dimostrazione, che si basa sul principio dell’imitazione ed è l’insegnante che deve fornire la dimostrazione pratica di come si usa un certo strumento o di come si applica una determinata procedura; l’apprendimento di gruppo con cui si cerca di ottimizzare la collaborazione ed il sostegno reciproco tra gli allievi;  infine la simulazione, in questo caso vengono simulate situazioni concrete con cui interagire, in ambiente protetto, controllato e privo di rischi. 

Tra i metodi educativi ancora oggi più diffusi, spetta un posto di primo piano a quello di Maria Montessori (1870-1952), frequentemente utilizzato sia in Italia che nel Mondo.
Altrettanto noto è anche l’approccio educativo elaborato dal filosofo Rudolf Steiner (1861-1925), sviluppatosi in un periodo storico quasi contemporaneo a quello di Maria Montessori.

 
Il Metodo Montessori è adottato in oltre 20.000 scuole di ogni ordine e grado. 
Questo metodo prevede la presenza di classi di età mista e tende a favorire la socializzazione e la collaborazione degli allievi allo scopo di favorire l’apprendimento. Ciascun allievo è libero di poter scegliere il proprio percorso educativo nell’ambito di un gruppo di opzioni proposte dal docente.
Tutte le attività educative sono organizzate in modo da favorire l’apprendimento attraverso la “scoperta e la costruzione” a partire dagli elementi formativi disposti nelle vicinanze del luogo didattico.
Nelle scuole Montessoriane non si utilizzano voti numerici di valutazione, ma si offrono strumenti utili per auto valutarsi e per correggere autonomamente l’errore.


Il metodo Steiner, punta ad esaltare lo stimolo al gusto di apprendere ed alla propria individualità; per questo motivo il metodo di insegnamento non si basa su regole ferree, ma ciascun insegnante deve trovare la chiave per ottimizzare il proprio rapporto con il singolo alunno. Questo metodo mira in contemporanea sia all’affinamento dei sensi ed all’elaborazione del pensiero del bambino sia a svilupparne la creatività ed espressività. Molto importanti risultano le attività di gruppo e di socializzazione, che portano il bambino a vivere in comunità rispettando gli altri.


Un altro aspetto chiave della pedagogia del Metodo Steiner è rappresentato dall’auto educazione degli insegnanti attraverso il loro lavoro individuale a cui si aggiunge quello svolto settimanalmente in collaborazione con i colleghi.
Negli anni della scuola primaria, non vengono utilizzati voti o giudizi sugli allievi, ma il docente deve assistere all’assimilazione dei concetti degli allievi, proponendo soluzioni personalizzate, ritagliando il tempo necessario affinché tutti gli allievi possano ottimizzare l’apprendimento.


Si può parlare inoltre di didattica personalizzata e individualizzata per coloro che sono affetti da disturbi nell’apprendimento (DSA). La normativa sui DSA si focalizza sul concetto di didattica personalizzata e individualizzata come garanzia del diritto ad apprendere degli studenti con DSA. E' infatti l'utilizzo di metodologie didattiche adeguate che può favorire, attraverso gli adeguati strumenti, il raggiungimento del successo scolastico per ogni studente.
Nelle linee guida della legge 170/2010 viene data una chiara definizione ai concetti di didattica individualizzata e di didattica personalizzata.  

La didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere l’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze, tali attività individualizzate possono essere realizzate nelle fasi di lavoro individuale in classe o in momenti ad esse dedicati.

La didattica personalizzata, invece, rettifica l’offerta didattica e le modalità relazionali, sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo. Si può favorire, così, l’accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno.

Nel rispetto degli obiettivi generali e specifici di apprendimento, la didattica personalizzata si concretizza attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere il successo formativo in ogni alunno come ad esempio l’uso di mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc).




E' proprio la cooperazione fra didattica individualizzata e personalizzata a determinare, per l’alunno con DSA, le condizioni più favorevoli per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento.

Conclusione:
Il periodo di Alternanza Scuola Lavoro, sebbene di breve durata, ha rappresentato per me un'esperienza molto significativa, in quanto ha concorso a rafforzare la mia scelta verso un futuro lavoro.
Sin dal primo momento sono stata coinvolta nei vari momenti che scandivano la giornata, e ho cercato in ogni occasione di porgere il mio aiuto per rendermi conto direttamente come risolvere i problemi che sorgevano e per capire come i bambini reagivano alle varie attività proposte. 
Inoltre ho potuto comprendere come la scuola odierna sia organizzata facendo riferimento a una complessa combinazione di metodi e teorie pedagogiche, che traggono origine dagli studi e dalle esperienze del novecento. Il rapido divenire della conoscenza necessita inoltre sempre di più l’acquisizione e la messa in opera di modelli formativi dinamici, in grado di adattarsi al meglio alle esigenze di apprendimento che,  per tipologia, varietà di contenuti e livello di specializzazione, richiedono approcci metodologici sempre più evoluti ed efficaci.