RICERCA
QUANTITATIVA E QUALITATIVA
La
ricerca si divide principalmente in due branche: quantitativa e
qualitativa.
La
ricerca quantitativa si basa su inchieste ed è rigida, il suo scopo
è quello di contribuire al progresso scientifico ed ha il compito di
stabilire teorie e concetti definiti. Questa ricerca ha un carattere
estensivo ovvero, si svolge la raccolta di molti dati e si analizzano
molti casi. Le procedure sono già stabilite in partenza e sono molto
dettagliate e standardizzate.
La
ricerca qualitativa si basa su indagini biografiche ed è molto
flessibile. Blumen ritiene che si debbano utilizzare concetti
sensibilizzatori.
Un
esempio di ricerca quantitativa è il sondaggio sulle opinioni dei
cittadini mentre invece un esempio di ricerca qualitativa è
l’inchiesta.
Nel
sondaggio sono abbondanti i dati “hard”, vale a dire, numeri e
statistiche che nell’indagine biografica scompaiono dando spazio ai
dati “soft” e cioè discorsi e descrizioni. Se nel sondaggio c’è
una certa preoccupazione per il rigore scientifico, nell’inchiesta
prevale lo sforzo di interpretare. Vi è una differenza di
proporzioni e modalità tra le due ricerche.
Per
esempio nella ricerca “Labos” sui barboni romani il sondaggio è
su un campione di 500 persone, mentre le storie di vita, sono
raccolte solo da 20 barboni. In altri termini l’indagine
quantitativa è estensiva, cioè ampia ma di superfice,
contrariamente all’indagine qualitativa, cioè ristretta ma
profonda. L’orientamento quantitativo ha come scopo contribuire al
progresso scientifico: un’indagine è riuscita se ha fornito
acquisizioni che sono entrate a far parte delle tradizioni di quella
disciplina fornendo un tassello. La ricerca qualitativa si affida
all’indagine intensiva ed è volta a preoccuparsi di promuovere la
giustizia sociale. La ricerca quantitativa punta soprattutto
all’esattezza, il sapere elaborato deve essere fatto di conoscenze
precise, ci deve essere una comparabilità dei concetti e dei dati.
Entrambe
le ricerche possono dare contributi importanti alle scienze sociali
ed queste due ricerche dovrebbero conciliarsi, ma sia ricercatori di
orientamento qualitativo che ricercatori di orientamento
quantitativo, lavorano ognuno per conto proprio. La ricerca
qualitativa sarebbe importante nel contesto di scoperta, al momento
di definire l’oggetto e elaborare le ipotesi, mentre quella
quantitativa nel contesto di giustificazione, al momento di mettere
alla prova le ipotesi.
Il
ricercatore alle prese con la propria indagine deve prendere una
decisione. Occorre stabilire se e in quale misura seguire un
orientamento o l’altro oppure se combinarli entrambi e, nel caso,
come integrarli in un unico disegno di indagine. Quando il
ricercatore non ha una formazione che lo porta ad aderire in via di
principio a un tipo di impostazione piuttosto che all’altro, la
scelta della strategia da seguire può essere rinviata fino al
momento in cui l’oggetto di indagine è abbastanza ben definito. Il
ricercatore in altri termini può deciderla dopo l’esplorazione
preliminare, all’incirca quando è alle prese con l’impostazione
teorica del problema.