venerdì 28 febbraio 2020

IL LAVORO MINORILE



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 Quello dello sfruttamento del lavoro minorile è una piaga che si è incrementata nel tempo a causa del disinteresse dei potenti del nostro pianeta. 


    La Convenzione sui diritti dell'infanzia 
L'articolo 32 della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia afferma che: 
" Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo di essere protetto contro lo sfruttamento economico e di non essere costretto ad alcun lavoro che comporti rischi o sia suscettibile di porre a repentaglio la sua educazione o di nuocere alla sua salute o al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale o sociale." 
Detto in altre parole: ogni bambino ha il diritto di vivere la propria infanzia. E questo significa studiare e giocare. E non lavorare in una miniera o in un campo. 

                 Cos'è il lavoro minorile? 
Il lavoro minorile è definito come l’attività lavorativa che priva i bambini e le bambine della loro infanzia, della loro dignità e influisce negativamente sul loro sviluppo psico-fisico.  
Il lavoro minorile comprende varie forme di sfruttamento spesso causate da condizioni di estrema povertà, dalla mancata possibilità di istruzione, da situazioni economiche e politiche in cui i diritti dei bambini e delle bambine non vengono rispettati, a vantaggio dei profitti e dei guadagni degli adulti. 
 Molti bambini sono coinvolti nei processi produttivi dell’economia globalizzata: in agricoltura, in miniera, nei servizi e nelle industrie per la produzione di beni destinati all’esportazione. I bambini sono spesso reclusi, emarginati, esposti a sofferenze fisiche e psicologiche. 
Definire il lavoro minorile non è semplice, come non è semplice riuscire a estirparlo.  
·           È mentalmente, fisicamente, socialmente e/o moralmente pericoloso per il bambino; 
·          Priva i bambini della possibilità di studiare, dal momento che devono lasciare la scuola prematuramente; 
·          Costringe i bambini a compiere lavori eccessivamente lunghi, faticosi e pericolosi. 
Nel mondo più di 240 milioni di bambini e ragazzi, compresi tra i 7 e i 17 anni, vengono sfruttati per lavori pesanti.  
La maggior parte di loro non può frequentare la scuola. Questi bambini lavorano per guadagnare dei soldi per aiutare la loro famiglia a sopravvivere: vivono in Asia, in Africa, in America meridionale ma anche in Europa e addirittura in Italia .  


 Il lavoro minorile nel mondo  Risultato immagini per lavoro minorile nel mondo cartina
                                                

Il mondo è ancora lontano dal raggiungere l’obiettivo di sradicare ogni forma di lavoro minorile entro il 2025, come previsto negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, e in base al trend attuale, in quella data, vi saranno ancora 121 milioni di minori vittime di sfruttamento lavorativo. 
 Quasi la metà del totale (72 milioni) si trova in Africa, con Afghanistan, Pakistan, Sudan, Yemen e Somalia che fanno registrare le percentuali più alte di bambini tra i 5 e i 17 anni coinvolti nel lavoro minorile. In questi Paesi, infatti, lavora più di 1 bambino su 2; quasi 1 su 3 (29%) se si considera l’area dell’Africa subsahariana dove, rispetto al passato, la lotta al lavoro minorile non soltanto non ha fatto registrare alcun miglioramento ma, al contrario, ha visto un incremento del fenomeno. 

 Il lavoro minorile in Italia

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Questa terribile piaga non risparmia neanche l’Italia dove, solo negli ultimi due anni, sono stati accertati più di 480 casi di illeciti riguardanti l’occupazione irregolare di bambini e adolescenti, sia italiani che stranieri.  Secondo l’ultima indagine sul lavoro minorile i minori tra i 7 e i 15 anni coinvolti nel fenomeno erano stimati in 260.000, più di 1 su 20 tra i bambini e gli adolescenti della loro età. 


Il lavoro minorile nelle multinazionali 
                                      

Tra le grandi multinazionali coinvolte nello sfruttamento della mano d’opera minorile, possiamo menzionare la Coca Cola o la Apple nelle cui fabbriche dislocate in Cina sono stati trovati nel 2010 ben 91 bambini lavoratori. Oppure della Mc Donald’s, della Nike o ancora della Timberland. 
  Le multinazionali in genere appaltano il lavoro a ditte locali, le quali a loro volta lo subappaltano a ditte più piccoleIn questo "giro" si annida il lavoro dei bambini, difficilissimo da scovare, soprattutto perché, purtroppo, spesso è tollerato, se non addirittura legale.  Ad esempio, in Indonesia il lavoro minorile è legalizzato (ma solo per 4 ore al giorno) e le piccole tute blu dell'industria manifatturiera sono almeno 300.000. Per salari bassissimi bambini e bambine lavoratori di 10-12 anni, assunti al posto dei genitori, vivono lontano dalle famiglie, poverissime e rurali. 
               
Progressi e Obiettivi 

 Negli ultimi vent’anni sono stati tuttavia compiuti significativi passi avanti per contrastare il fenomeno. Nel 2000, infatti, il lavoro minorile coinvolgeva 246 milioni di bambine e bambini, 94 milioni in più rispetto alla situazione attuale, questi progressi hanno riguardato soprattutto Asia centrale e Europa Orientale. 
 L’obiettivo principale è quello di spezzare il circolo della povertà.  
La strada verso l’abolizione del lavoro minorile è complessa e gli interventi avvengono gradualmente: 
il primo riguarda il sostegno all’economia familiare, in modo da rendere meno necessario il ricorso al lavoro dei più piccoli, con iniziative per aumentare il reddito e sostenendo i costi per l’istruzione dei bambini; 
- il secondo intervento riguarda la sensibilizzazione della società sull’importanza di prevenire ogni forma di sfruttamento; 
- iterzo  invece riguarda l'istruzione, con azioni che favoriscono il reinserimento a scuola dei bambini lavoratori e la sensibilizzazione della  prevenzione dell'abbandono scolastico. 

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Così diceva Iqbal Masih , un bambino pakistano diventato in tutto il mondo simbolo della lotta contro il lavoro minorile. 
 Venduto dalla sua famiglia a un fabbricante di tappeti che lo costrinse a lavorare sottonutrito e incatenato a un telaio, Iqbal riuscì a fuggire e iniziò a partecipare a dibattiti e manifestazioni contro la schiavitù dei minori.        

                                   
 L’educazione è l’arma con cui sconfiggere il lavoro minorile. Rendere accessibile l’istruzione a tutti quei bambini che non possono più andare a scuola, o che non ci sono mai andati perché costretti a lavorare, significa restituire loro una parte dell’infanzia di cui sono stati privati. E significa anche permetter loro di sviluppare le proprie capacità e abilità, per diventare adulti consapevoli e godere appieno dei loro diritti.