giovedì 17 gennaio 2019


I DISABILI NELLE SCUOLE 

Premessa: 

Quest'anno tra i giorni 29/1o/18 e 9/11/18 ho svolto un periodo di ASL, ossia alternanza scuola-lavoro presso la scuola primaria Crispi a Brescia. 
Durante la mia permanenza al’ interno della scuola ho avuto la possibilità di lavorare a stretto contatto sia con i bambini sia con i miei tutor insegnati. 
In queste due settimane di alternanza sono stata assegnata a una classe seconda, classe nella quale erano presenti bambini di diverse etnie, disabilità e diverse problematiche a causa della lingua.
  
Dati:

Basandoci su diverse ricerche di statistica gli alunni con disabilità al’interno delle scuole italiane sono al’incirca 160 mila. 
Nella scuola primaria si stima che il 7% degli alunni con disabilità non sia autonomo in una delle seguenti attività: spostarsi, mangiare, andare in bagno. 
Si stima che il problema più frequente sia la disabilità intellettiva.
Seguono i disturbi dello sviluppo e quelli del linguaggio; i problemi più frequenti sono legati ai disturbi dell’apprendimento e ai disturbi dello sviluppo. 
Gli alunni con disabilità che non partecipano alle uscite didattiche brevi senza pernottamento organizzate dalla scuola risultano dalle stime il 5% nella scuola primaria e il 9% nella secondaria di primo grado. La percentuale è scesa rispetto agli anni scorsi e questo è un dato molto positivo. La partecipazione alle gite d’istruzione con pernottamento risulta invece più difficoltosa rispettivamente del 10% e del 22%.
Gli insegnanti per il sostegno dichiarano che una quota rilevante di alunni da loro seguiti ha difficoltà nel’interazione con gli altri che siano essi coetanei oppure no: per gli alunni della scuola primaria questo problema è lieve, nelle scuole superiori invece queste difficoltà di comunicazione aumentano. Le difficoltà relazionali permangono nonostante gli alunni con disabilità passino la maggior parte del loro tempo al’interno della classe (in media 25,2 ore settimanali per la scuola primaria e 22,9 per quella secondaria) e svolgano attività didattica al di fuori della classe solo per un numero residuale di ore, in media 3,3 ore settimanali nella scuola primaria e 4 nella scuola secondaria di primo grado. Le ore svolte al di fuori della classe sono più elevate nelle scuole del Nord. 

Svolgimento: 

Durante il mio percorso lavorativo alla scuola primaria Crispi la classe a me assegnata presentava un bambino con diverse disabilità che veniva seguito da due diverse insegnanti di sostegno. 
Un passaggio molto importante quando si parla di disabilità è l’integrazione al’interno dell’ambiente scolastico. 
I compagni di classe sono indubbiamente la risorsa più preziosa per portare avanti con successo i processi di inclusione scolastica e quindi fin da subito bisogna lavorare su collaborazione e sul clima di classe. 

Nella classe a me assegnata ho trovato un buon coinvolgimento da parte dei compagni, in diverse occasioni infatti si riunivano intorno al bambino disabile per farlo ridere e per renderlo partecipe alle attività svolte durante la ricreazione. 
Per mantenere vivida l’attenzione del bambino è fondamentale potenziare le strategie logico-visive, facendo soprattutto largo uso di mappe mentali e concettuali. Questo perché la schematizzazione e l'organizzazione anticipata della conoscenza sono fondamentali per aiutare gli alunni con maggiori difficoltà nel processo di apprendimentoQuindi sono molto efficaci, per esempio, le flashcard, le mappe e i diagrammi. 
I processi cognitivi e le abilità esecutive come attenzione, memorizzazione, pianificazione e problem favoriscono e sostengono lo sviluppo di abilità psicologiche, comportamentali e operative ed è importante valorizzare i diversi stili cognitivi e le varie forme di intelligenza presenti in classe. 
Le emozioni giocano un ruolo fondamentale nel’apprendimento e nella partecipazione, quindi è bene impegnarsi per far sviluppare agli alunni una immagine positiva di sé stessi e quindi buoni livelli di autostima e autoefficacia. 
In una prospettiva inclusiva la valutazione deve essere sempre formativa e finalizzata al miglioramento dei processi di apprendimento e insegnamento. La valutazione deve essere personalizzata, così come devono esserlo le forme di verifica, in un processo di feedback continuo e formativo. 

Conclusione: 

In conclusione posso affermare che la classe che assistevo durante la mia alternanza si dimostrava solidale e disponibile nei confronti del bambino disabile. Al giorno d’oggi l’interesse verso la disabilità e la partecipazione al processo educativo verso le persone con handicap ha fatto dei grandi passi avanti rispetto al passato: prima i bambini disabili venivano mal visti e allontanati dalle diverse attività che la società offriva e la scuola proponeva ben poco; attualmente invece vengono coinvolti in tutte le attività scolastiche, lavorative e sportive; sono state anche istituite cooperative per la loro tutela e per il sostegno alle loro famiglie.

mercoledì 16 gennaio 2019

l'influenza dei social network


L’influenza dei social network  

 Premessa 

Quest’anno ho partecipato al progetto di alternanza scuola lavoro presso il     Giornale Di Brescia.  
Il Giornale Di Brescia è il principale quotidiano di Brescia e provincia nonché l’unico certificato dalla società di accertamento diffusione stampa (ADS).  
La prima copia del quotidiano venne distribuita nelle edicole il 27 aprile 1945 con la guerra ancora in atto.  
Nel 1947 viene istituito il Gruppo Editoriale Bresciana, attuale proprietario del Giornale Di Brescia.  


Il quotidiano si è affermato con il tempo nel 2012 ha creato GdB digital, l'edizione digitale del Giornale di Brescia disponibile ogni giorno e consultabile da web, tablet e smartphone per consentire un’esperienza di lettura adatta alle nuove generazioni. 
Effettivamente, Internet e i social network hanno rivoluzionato la società moderna e oggi influenzano le nostre vite a tal punto da aver creato una vita virtuale per nulla separata da quella di tutti i giorni. Si fanno amicizie tramite Facebook, si trovano offerte di lavoro tramite LinkedIn, e Internet ormai offre maggiori possibilità di scambio e di confronto. 

Vista così, la situazione sembrerebbe offrire semplicemente aspetti positivi.  
Questo “mondo” virtuale però comporta sia vantaggi che svantaggi, infatti ci permette di collegarci con tutto il mondo in modo semplice e veloce, ma allo stesso tempo esso può causare problemi sia fisici che psicologici.  

Svolgimento  

Nella società di oggi conta più lapparire che l’essere e questo è un problema sempre più diffuso tra i giovani poiché vengono distratti dalla realtà a causa della necessità di pubblicare costantemente online aggiornamenti sulla propria vita privata. 
Per affrontare un altro aspetto negativo dei social network possiamo soffermarci sugli stereotipi: concetti basati sul pregiudizio, soprattutto sull'influenza delle nostri azioni quotidiane.  
Attualmente i ragazzi possono essere partecipi della vita “perfetta” di modelle, attori e personaggi di rilievo in qualunque momento della giornata, fenomeno che li spinge ad imitare in tutto per tutto il loro stile di vita. Spesso questo stile di vita comprende feste, alcol, droghe, vestiti firmati e qualunque cosa porti all'eccesso e ciò che noi giovani percepiamo attraverso i social network, in brevi video o foto, non corrisponde sempre alla vita vera poiché effettivamente allude a uno stile di vita “perfetto” e viene spesso esagerato. 





I social network possono anche rappresentare una vera e propria minaccia per l’autostima dei giovani poiché veniamo costantemente influenzati dall’ideale di bellezza                                  diffuso dagli “influencer”.
Chiara Ferragni e altri ego bloggers con milioni di followers


Si tratta solitamente di persone che hanno milioni di follower sul proprio account e sono quindi in grado di influenzare le persone che li seguono e li stimano. Per questo motivo spesso le aziende propongono collaborazioni in cambio di pubblicità. Basta una semplice foto o un breve video in cui si elencano i pregi del prodotto perché centinaia di persone si sentano spinte a comprarlo. 
Inoltre i social hanno scatenato la nascita di un nuovo fenomeno comunemente chiamato cyber bullismo e cioè un tipo di bullismo realizzato online grazie all’utilizzo di account falsi che permettono di dire e fare qualunque cosa senza temere di essere scoperti, senza pensare agli effetti che posso scatenare nei confronti della persona che sta dall’altro lato dello schermo.  
La definizione che meglio rappresenta la parola cyber bullismo è: “Atto aggressivo, prevaricante o molesto compiuto tramite strumenti tematici, è un’azione che non fa distinzioni per età, sesso o genere e può sembrare ingenua, ma può portare a gravi conseguenze 

Riguardo a questo lato dei social si può prendere in considerazione la storia di una ragazza di soli 14 anni alla quale venivano rivolti insulti anonimi come “Suicidati, “sei strana”. Questa ragazza di Padova inizialmente ha trovato sfogo nell’autolesionismo, cioè infliggendosi dei tagli sul corpo e sui polsi; successivamente per trovare sollievo si è suicidata, lasciando 5 lettere ai suoi genitori per confessare il suo dolore. 

Secondo lo scrittore Jonathan Franzen spesso i ragazzi entrano a far parte dei social network perché altrimenti vengono fatti sentire estranei al gruppo e quindi non popolari e sono disposti a tutto pur di venire accettati. La paura di non essere inclusi nel gruppo aumenta il rischio di bullismo nei confronti delle persone che vengono percepite come una minaccia. 
Negli ultimi anni sono stati creati numerosi profili chiamati fake per poter deridere altre persone attraverso nomi falsi, celando così la propria identità.  
I profili falsi, oltre che facilitare il cyber bullismo, comportano un grande rischio per i ragazzi che utilizzano i social come strumento per fare nuove conoscenze. Infatti, non si può mai sapere chi si cela dietro un account, non possiamo essere sicuri che la persona dietro lo schermo corrisponda effettivamente alla persona descritta nel profilo e spesso capita di dare confidenza a persone che non conosciamo minimamente 

Conclusione 

In conclusione, l'esperienza con il Giornale Di Brescia mi ha aiutata a capire che  i social network saranno sempre un tema molto importante e discusso nella società di oggi.
La nascita di internet e dei social ha sicuramente facilitato la comunicazione e, se usati in maniera saggia, possono contribuire allo sviluppo della cultura e della conoscenza personale di un individuo come, ad esempio, attraverso lo sviluppo di un giornale online.  
Tuttavia, come ogni innovazione, se usati senza riflettere possono scatenare una serie di eventi negativi e distruggere la personalità e la consapevolezza di chiunque trasformandoci individui omologati come se fossimo stati prodotti in serie, con gli stessi ideali e gli stessi obiettivi.