martedì 12 febbraio 2019

l'organizzazione della scuola dell'infanzia

L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA 

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PREMESSA 
Nel periodo dal 21 gennaio all’ 1 febbraio ho partecipato all’esperienza dell’alternanza scuola lavoro nell’Istituto Santa Maria degli Angeli, suddivisa in scuola dell’infanzia, scuola primaria di secondo grado e scuola secondaria di primo grado. 
Ho saputo solo il primo giorno di dover passare queste settimane nella scuola dell’infanzia e quindi di dover lavorare ed interagire con bambini da tre a cinque anni di età.  

DATI 
Come viene spiegato dal MIUR, la scuola dell’infanzia è aperta a tutti i bambini, italiani e stranieri, con un'età compresa fra i tre e i cinque anni. 
Ha durata triennale e non è obbligatoria. Questo primo segmento del percorso di istruzione concorre all’educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale dei bambini, stimola le potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento, e mira ad assicurare un’effettiva eguaglianza delle opportunità educative.  Il Decreto del Presidente della Repubblica 89 del 2009 ha disciplinato il riordino della scuola dell’infanzia (e del primo ciclo). Sul territorio nazionale sono presenti scuole dell’infanzia statali e scuole dell’infanzia paritarie a gestione pubblica e privata. 

SVILUPPO 
Era il marzo di cinquant’anni fa quando il sistema d’istruzione statale si arricchiva per la prima volta di un settore scolastico che riguardava i più piccoli tra i tre e i sei anni di età, e che per oltre un secolo era stato appannaggio esclusivo di gestori privati soprattutto del mondo cattolico:
nasceva, grazie alla legge del 18 marzo 1968, n. 444, la scuola materna che oggi conosciamo come scuola dell’infanzia statale. 

L’approvazione di quella legge era stata molto di più di una svolta nell’ordinamento scolastico nazionale. Segnava anche un primo strappo all’interno del mondo cattolico, perché il monopolio educativo dell’infanzia, tenuto dalla chiesa cattolica, doveva fare i conti con lo Stato che ne rivendicava la gestione in termini di laicità.
 
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Due anni prima, proprio per quella scelta, era caduto il governo Moro, costretto a dimettersi dopo essere stato battuto da deputati del suo partito, la Democrazia Cristiana, che avevano votato a scrutinio segreto contro l’istituzione della scuola materna statale, in quanto considerata antitetica a molti istituti infantili privati a gestione religiosa.  
Il presidente Moro, tuttavia, la spuntava contro il suo partito, ottenendo, appunto, nel marzo del 1968 l’approvazione della legge istitutiva della scuola materna statale. 
La 444/1968 affermava per la scuola materna le finalità di educazione, di sviluppo della personalità infantile, di assistenza e di preparazione alla frequenza della scuola dell’obbligo. 
Questi obiettivi vengono caratterizzati soprattutto con la convivenza con i compagni e il gioco, così da preparare i bambini alla scuola primaria. 

 Le attività che vengono svolte sono definite dalle Indicazioni nazionali per la scuola dell'infanzia del 2007 in questo modo: 
-il sé e l'altro (le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme); 
-il corpo in movimento (identità, autonomia, salute); 
-linguaggi, creatività, espressione (gestualità, arte, musica, multimedialità); 
-i discorsi e le parole (comunicazione, lingua, cultura); 
-la conoscenza del mondo (ordine, misura, spazio, tempo, natura). 

Generalmente, la scuola dell'infanzia si divide in tre sezioni per fasce d'età: "piccoli" (primo anno), "medi" o "mezzani" (secondo anno) e infine "grandi" (terzo anno). Le sezioni possono anche essere eterogenee, ossia accogliere bambini di 3, 4 e 5 anni, proponendo un modello di insegnamento diverso, che fa leva sullo stimolo e le sollecitazioni degli alunni più grandicelli che facciano da tutor per i più piccoli. Il numero di sezioni varia in base alle iscrizioni, con un massimo di 25 bambini per classe. 

Per quanto riguarda invece l’organizzazione, la scuola materna prevede 8 ore giornaliere, per un totale di 40 ore settimanali. 
In base alle richieste delle famiglie e alla disponibilità dell'ente proprietario dell'edificio è possibile avere fasce orarie diverse con un’estensione del tempo scolastico di due ore o al mattino o al pomeriggio. 
Solitamente, in quanto attività educativa, è compreso anche il servizio della mensa. 
È presente, per un'ora e mezzo alla settimana per sezione, anche un insegnante di religione cattolica, del cui insegnamento le famiglie possono scegliere di avvalersi. Nel caso in cui le famiglie decidessero di non avvalersi di religione cattolica come insegnamento, possono chiedere che ai bambini vengano presentate attività alternative. 
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In campo psicologico questa esperienza può sicuramente aiutare il bambino nella sua crescita culturale, psicologica e sociale
, poiché, nel suo sviluppo, ha la necessità di inserirsi con coetanei e adulti al di fuori del suo cerchio familiare. È necessario però che il bambino sia maturo e pronto, In caso contrario non solo non si otterrà quanto desiderato, ma vi potrà essere il rischio di un blocco del suo sviluppo o addirittura di una regressione a fasi precedenti che aveva già superato, nel mentre si potranno manifestare uno o più sintomi legati alla sua sofferenza psicologica
 


CONCLUSIONE 
In conclusione ritengo che questa esperienza sia stata coinvolgente e mi abbi aperto gli occhi sul mondo complesso del lavoro. 
Nonostante sia un ambiente giocoso, ne ho appreso l’importanza. Infatti la scuola materna credo sia utile per l’educazione e la crescita dei più piccoli.